Hai una voce interiore che spesso ti parla?
Qualcuno dentro di te, dà voce ai tuoi pensieri?
Per molte persone, me compreso, la risposta è un sonoro “Sì”.
Questo monologo interiore è un compagno costante, che aiuta nel processo decisionale, nella risoluzione dei problemi e nell’auto-riflessione. Tuttavia, questa voce interna può anche essere fonte di insicurezza, rimpianti e paura, mettendo in dubbio la nostra dignità e ricordandoci momenti imbarazzanti. È una presenza senza la quale la maggior parte di noi non può immaginare la vita. In alcuni casi, questa voce stimola movimenti incontrollati del corpo, come se si volesse dare una risposta mirata a farla tacere.
Ma succede a tutti?
In passato si riteneva comunemente che il linguaggio interiore fosse un’esperienza umana universale. Tuttavia, recenti scoperte scientifiche hanno rivelato che tra il 5 e il 10% delle persone non hanno questo monologo interno continuo. Questa scoperta apre nuove domande su come percepiamo e interagiamo con il mondo. Studi scientifici sono arrivati a rivelare che ben 1 persona su 10 non sperimenta il mondo con una voce interiore distinta.
Le menti silenziose sono "stati mentali" presenti in individui affetti da anendofasia. Queste persone sperimentano la vita in modo diverso. Comprenderle, amplierà il nostro apprezzamento per la complessità e la varietà dei modi in cui pensiamo e percepiamo il mondo.
Che cos’è l’anendofasia?
L’anendofasia si riferisce all’assenza di dialogo verbale interiore – quelle conversazioni silenziose che abbiamo con noi stessi durante il giorno. Per molti, il linguaggio interiore è un compagno costante, che aiuta nella pianificazione, nella risoluzione dei problemi e nell’autoriflessione. Tuttavia, negli individui affetti da anendofasia, questi processi verbali interni sono in gran parte assenti, sostituiti da altri meccanismi psicologici.
Storicamente, si dava per scontato che ognuno possedesse una voce interiore che comunicasse usando le parole. Tuttavia, mentre la maggior parte delle persone utilizza il linguaggio interiore come modalità di pensiero primaria, quelli con anendofasia dimostrano che il pensiero e il ragionamento efficaci possono avvenire attraverso altre modalità cognitive. Ad esempio, alcuni visualizzano i concetti e sperimentano i pensieri come immagini sensoriali come potente alternativa al discorso interiore verbale.
Questo fenomeno ha implicazioni significative per la nostra comprensione della mente umana e della diversità cognitiva. Sfida la visione tradizionale secondo cui il pensiero verbale è la modalità cognitiva predefinita e sottolinea l’importanza di riconoscere e valutare diversi stili cognitivi. Studiando e apprezzando queste variazioni, possiamo acquisire una visione più profonda della complessità del pensiero umano e migliorare il nostro approccio all’istruzione, alla comunicazione e alla salute mentale.
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