giovedì 29 febbraio 2024

Sono stata abbandonata

 

La incontrai per strada. Era sconvolta. Camminava dando l’impressione dopo ogni passo di cadere. Le chiesi cosa le stava succedendo. Crollò su di me e disse: “Ci siamo lasciati!”

Pianse e tra respiri inaspati ripeteva: “Lo amo, lo amo … perché è andato via?”
Restai bloccato. Il suo dolore aveva stravolto i suoi pensieri e il mondo intorno a lei non esisteva più.

La tenni stretta nell’abbraccio e lasciai passare qualche minuto prima di parlarle. Volevo che si liberasse della tensione interna. Poi cominciò a riprendersi: “Scusami, amico mio. Non ho nessuno con cui confidarmi.”
“Che cosa è successo di così grave?” domandai.

Con la voce modificata dal pianto mi disse: “Mi sono svegliata stamattina e accanto al letto ho trovato un biglietto abbandonato sul comodino. C’erano scritte poche parole: vado a vivere da solo; la mia vita non può fermarsi qui. Ti giuro, non so perché lo ha fatto. Litigavamo spesso ma credo che sia normale per una coppia con caratteri diversi.”

Intanto iniziò a piovere. Entrammo in un bar e cercammo un posto tranquillo. Fu allora che la guardai attentamente. Ebbi un momento di pena. I suoi vestiti sembravano fuori posto. Sul viso, confuso nel trucco disfatto, si notavano dei lividi. Temevo di fare domande precise così tentai di metterla a suo agio. Le chiesi: “Gradisci un buon caffè?”

Non aveva una gran voglia di bere o mangiare qualcosa, ma con un cenno di testa assentì. Per fortuna il bar era ancora vuoto, così nessuno poteva notare lo stato di agitazione della mia amica. Tirai fuori tutta la mia delicatezza per chiederle: “Franca, rasserenati. Forse il tuo uomo ha voluto darti un segno forte per come state vivendo la vostra relazione. Magari ritornerà sui suoi passi.”

Questa mio incoraggiamento fu controproducente perché Franca riprese a piangere dicendo: “No! Non può essere. Mentre dormivo ha caricato in macchina tutte le sue cose … il suo armadio era vuoto!”

Cercavo di capire e domandai ancora: “Ultimamente è successo qualcosa?”

Mi rispose: “Niente di importante… a parte piccole discussioni.” Dopo una breve pausa continuò “Forse sono stata troppo apprensiva nel voler da lui certe attenzioni. Quando mi giustificavo dicendo di sentirmi sola, mi ripeteva che ero ignorante e che il mio amore era malato. Di conseguenza portavo il grugno per tutta la giornata. Io avevo bisogno delle sue carezze, di essere tenuta in considerazione, di essere coccolata… avevo in mente il mio ideale di uomo attento e affettuoso che reclamavo in lui.”

“Lui, invece, come reagiva?”

“Spesso si mostrava freddo e scostante, si interessava di cose materiali. Diceva che i sentimenti appartengono ai bambini e ai deboli.”

“Cara amica, non capisco come si possa amare un uomo così! Io credo che il tuo problema non si trovi in questo amore non corrisposto, ma nella tua solitudine interiore. Apriti a nuove amicizie, frequenta brava gente, inventa i tuoi hobby e vedrai che non avrai bisogno di nessuno. Il vero amore non germoglia in un clima di ostilità, non è una medicina o un rimedio alla solitudine. Il vero amore espande l’anima e coglie nell’amato gli stimoli per migliorare la conduzione di vita nella gioia continua. Amandosi reciprocamente ci si scopre persone nuove ogni giorno e manca il tempo per arrabbiarsi. Perché vuoi rinunciare a tutto questo per accontentarti di un uomo che non ti rispetta e non ha la tua sensibilità? Non continuare a farti del male. Prendi consapevolezza della realtà e inizia una nuova vita. Il mondo non si ferma a lui.”

Franca sembrò rasserenarsi. Bevemmo il caffè insieme. Fui felici per avere mitigato il suo dolore e infuso quell’ottimismo necessario per uscire da situazioni difficili.

mercoledì 28 febbraio 2024

Una carezza da Dio

 

Ormai non ci facciamo più caso!

Però, se ci fermiamo un attimo a pensare possiamo renderci conto come sia ridicolo che tantissime goccioline d’acqua cadono sulla nostra testa dopo che con tanta fatica si sono sollevate dalla superficie terrestre per formare, prima nuvole e poi pioggia.

Queste incomprese goccioline cadono dove e quando vogliono, senza chiederci il permesso. Alcune genti le accolgono con gioia e speranzose per il futuro. Altre, come un’inutile scocciatura da sopportare. Altre ancora, le attendono invano.

Le fervide goccioline cadono chiassose e si infilano ovunque. Amano raccogliersi in gran quantità per andare in gita verso il mare. Il loro entusiasmo è trascinante.

Sono così socievole che invitano chiunque nel loro viaggio e purtroppo, in alcuni casi anche contro voglia dell’invitato. Corrono veloci, perché portano con sé il fardello della vita che si agita. Esse sono padrone della terra.

Quando pioverà ricordati di alzare la testa verso il cielo, certo ti bagnerai un po’ il viso, ma riceverai una carezza da Dio.

martedì 27 febbraio 2024

I tre desideri


 

In un giorno del calendario Celeste, un Angelo mosso da tanta generosità verso gli uomini chiese dispensa al Signore per scendere sulla terra e rendere felici tre di loro.

Attraverso l’anima comunicò con un ventenne e chiese: “Che cosa può renderti felice?”

Il giovane rispose: “Vorrei girare il mondo, divertirmi e innamorarmi”.

L’Angelo pose la stessa domanda a un quarantenne e ottenne come risposta: “Se il Signore mi concede di star bene, solo la ricchezza potrà sciogliere tutti i problemi della mia vita”.

Infine, domandò a un cinquantenne la stessa cosa.

Vorrei che ai giovani potessi trasmettere la consapevolezza che la vita ha una fine. In questo modo regalerei a mio figlio la serenità, la solidarietà e l’immenso piacere di vivere.

Quando arriverebbe il momento di abbandonare questo pianeta, lo farei senza dolore e senza recriminazioni, perché andrei via con la certezza che il mondo migliorerebbe ed io verrei in Paradiso con Te”.

L’Angelo si rese conto di non poter esaudire nessuno dei tre desideri, poiché il primo implicherebbe un’ingiustizia verso gli altri giovani; il secondo avrebbe interferito nelle attività degli uomini; mentre il terzo oltrepassava le sue possibilità.

 

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