martedì 30 aprile 2013

Ai confini del pensare


opera di Silla Campanini


Abbandono il pensar comune
al vibrar dell'anima.

Folleggia lo spirito per sentieri ameni.

Narrar d'impronta,
che il capo ancora volteggia,
è impresa assai dura.

Oscillanti alla fede incerta,
ombre di ragion pura 
allineano verità fugaci.

Cullar vorrebbero quell'antico sogno.

Attendo invano,
sull'alto monte l'apparir leggero
di quel velo d'amore.

Nel mentre,
segnar d'emozioni è l'arte mia.

Corri piccola stilla tra solchi di pelle logora.
Tempo fu del lungo celarti.

Sentir gelo per brividi bugiardi 
è coprir d'eterno il cuore mio.


  


lunedì 29 aprile 2013

Che bello donare









Donare significa dare "qualcosa" spontaneamente e senza attendersi ricompensa.

Considero questa definizione molto superficiale perché lega l'azione ad un oggetto scambiato.

Donare, invece, rappresenta l'arte di costruire ponti fra due anime; 
l'oggetto scambiato è solo strumento all'azione.

Come un ponte che unisce le sponde di un fiume difficile, o poco pratico da attraversare, così l'atto del donare fa nascere opportunità a due anime di incontrarsi e di godere reciprocamente della comunione e della gentilezza dell'essere.

Entrambi i protagonisti dell'atto, sono chiamati moralmente a corrispondersi, affinché si celebri compiutamente la donazione.

Entrambi ricevono qualcosa che sorpassa l'oggetto.

Quindi, nel donare, non è vero che non c'è ricompensa, anzi questa è di livello superiore alla razionalità che suggerisce l'atto.

Donare comporta l'innesco di una miriade effetti secondari molto salutari.

Per esempio, aumenta l'ottimismo, espande il cuore, predispone alla socializzazione e alla conciliazione, favorisce sorrisi e abbracci.

Inoltre, migliora la biologia stabilizzando la pressione sanguigna, stimolando il sistema immunitario, sensibilizzando gli organi sensoriali, riducendo la moria dei neuroni nel cervello.

Coloro che pensano che sia più importante ricevere rispetto al dare, devono ricredersi.

Nel confronto, il ricevente s’impegna di più del donante poiché, dovendo questo corrispondere, sente il peso dell'obbligo morale innescato dall'atto.

Il donante compie subito il suo “sforzo” mentre il ricevente lo farà nel futuro.

(La parola “sforzo” non è stata usata a caso; essa sta a indicare che l’inerzia dell’anima è la conseguenza di quella del corpo fisico in cui essa alloggia. 

Per motivi di sopravvivenza, il corpo, in risposta ad una possibile azione, tende a reagire nella forma migliore che abbia precedentemente sperimentato, cioè l’immobilismo, poiché con questo è possibile ricreare la situazione precedente in cui la minaccia era assente.)

Se amiamo qualcuno, ci riesce spontaneo donare, esattamente perché attraverso il dono vorremmo “entrare” nel suo cuore e “abitarci” nella durata del suo sorriso. 

Un “grazie” vorremmo non udirlo immediatamente perché ci ricorda la discesa del sipario sulla rappresentazione che l’anima fa della nostra vita di esseri d’amore.
 

domenica 28 aprile 2013

Convinzione d'amore




Come luce nuova appari, senza regole,
oltre la noia di questa mia prigionia,
nel traffico convulso dei miei battiti,
nell'insana metamorfosi dei miei pensieri.

Dietro vetri rigati dalla pioggia
segno confini in tracciato irregolare
come un bimbo che l'imbarazzo sfuggir vorrebbe
al senso d'un verbo sfumato sottovoce.

Ti sento dentro me, nel centro delle mie idee,
così mi pongo in versi, che strofa non esprima
del mio quotidiano vivere, e faccio scudo e arma
per aprir la strada tra mille muri spenti.

Tanto è più forte il mio pensiero al lessico
che vedo cumuli d'ombra brillar di propria luce
nel numerico e immateriale spazio affollato,
dove il tutto è solo forma che si antepone al vero.


@Copyright 2013 - V. Massimo Massa 



Coglier l'ombra che al viso tuo si erge,
è lesinar ragione al muto apparir.

Or son dolce or son duro,
dosar virtù m'alterno.

Ma se il fiato tuo
al mio s'accosta,
l'anima nuda vedrai. 

Vestir d'immagine non incanta.

Depositare magia è l'arte sua.

Udir dovrai per altre vie.

Brividi e battiti ne fa un gran uso,
che l'emozionar è norma.

Verbo non serve
fin che al cor tuo 
l'amor stringe. 

venerdì 26 aprile 2013

L'ombra e il fiore

Foto: Le due parole più brevi e più antiche, si e no, sono quelle che richiedono maggior riflessione.

- Pitagora


Stringi forte la mia mano
e sfiora la mia paura con la tua voce.
tu sai
come il chiarore sia cespuglio di rovi
e quanto altezzosa dirigo la notte.
 
Sono maestra di un orchestra di folletti e streghe
indiscussa
regno tra ombre e voci.

Stringi forte la mia mano
guidami nel tuo mondo sovrano
perchè il giorno mi uccide
il sorriso di un cieco mi spaventa
lo sguardo di un bimbo spaventato mi tormenta.

Farnetico ancora nel buio che vissi nel ventre di mia madre.
abbracciami forte
 
Uccidi questo tormento che succhia ingordo la mia vita.

Porgimi il fiore dell'altare
spargerò i suoi petali nel buio
e le tenebre saranno luce.
 
©paola bosca/registrata



Delicato fiore cha la primavera t'accarezza
occupa il mondo,

così che l'odio non trovi spazio
e l'amore cancelli i confini.

Vigilerò sui tuoi petali,
per mantenerti sovrano nel mio spirito.

Chiederò al vento di frenare.

Obbligherò il buio alla resa.

Avvicinerò il sorriso al tuo stelo,
per trasformalo in un tenero bacio.

Inviterò tutti i bambini
a raccontare favole.

Suonerò gioia intorno a te.

Amore mio, 
non temere.

Continua a vivere 
e spargi bellezza.

All'alba di ogni mattino 
mi vedrai seduto accanto.

Innamorato,
il mio sguardo non avrà sosta.

Catturerò ogni attimo di fragile emozione.

Lo appenderò al sole
affinché illumini la terra di infinità forza d’amore.

giovedì 25 aprile 2013

La crespa pelle


quadro di Silla Campanini

Restio al lasciar alito,
son solito dimenar la mente.

Sollevo immagini che vanno oltre le nuvole.
Capir non so se sogno o son desto.

L'imbrunir saluta il sol,
un altro dì s'addormenta.

Sferzo il mio destriero,
inseguir il tempo preme.

La crespa pelle non mi colga
prima che quel sogno non diventi preda.

Vessillo sventola per questa vita
che di mistero s'intrisa.   


mercoledì 24 aprile 2013

Excellence



Ci riveliamo attraverso i modi naturali di essere 
e che usiamo abitualmente ....
 l'ECCELLENZA non può essere un atto sporadico imposto dalla volontà ... 
è uno stile di vita condotto in scioltezza .... 
senza sforzo.

Testardo romantico

 

 
 
 
 
 
 
 
Dolce è restar fermo
mentre mille pensieri attraversano la mente 
e gli occhi non trovano pace.

Si muovono immagini al suono di un battito 
confuso nel tremore di un'emozione.

Incantato, volo tra le scene della mia vita.

Sono protagonista di un film con titoli di coda
ancora da scrivere.

Indugio in me stesso.

Scuoto parole per ritrovar significati.

Rivisito quell’otre dove ho conservato tutto.

Splende l'anima al ritrovar l’antico  fiore secco,
finito tra le pagine del diario interrotto.

Mentre il pensare fugge, 
rivedo quella lucertola mai catturata,
quella farfalla che, instancabile, rincorrevo.

Rivedo quei cinque sassi che allietavano le limpide mattine di primavera: 
erano i miei attori di un divertimento senza fine.

Delizioso, risento quel bruciore
alle ginocchia sbucciate.

Volevo vedere il mondo dal basso.

No, non ero un gigante.

Ero un cuoricino che amava scendere 
tra i piccoli del mondo.

Cercavo il senso di quei pochi anni.

Non sapevo che sarei diventato un testardo romantico.


lunedì 22 aprile 2013

Essere positivi


Nel linguaggio umano (probabilmente il diavolo le ha inserite) sono presenti alcune parole indisponenti alle buone e piacevoli relazioni tra i singoli individui.
Queste sono piccole particelle molto comuni ed usate in grande scala: MA, NO, NON.
Il buon Dio deve aver capito le intenzioni del diavolo e, non potendo eliminarle per non incrinare la fiducia negli uomini, le ha rimpicciolite in modo da indurre la nostra intelligenza ha sottovalutare l'importanza di usarle nel discorso.
Per esempio, supponete di rivolgere a due persone diverse una frase con lo stesso significato ma con forma diversa:

1)  DOMANI NON PIOVE!
2)  DOMANI SARA' UNA MAGNIFICA GIORNATA DI SOLE!

Alla prima affermazione, nessuno si curerà di affrettarsi a rispondere e se potesse, eviterebbe pure di guardarvi. La seconda affermazione, invece, vi procura un grande sorriso e stimolate al colloquio anche le persone più riservate. La magia di parlare in positivo risveglia gli animi e li predispone alla socializzazione e alla comunione.
Immaginate che anche un rimprovero può suonare simpatico:
1) NON STUDI COME SI DOVREBBE!
2) STUDIARE MEGLIO E' NELLE TUE POSSIBILITA'!
Alla prima frase, aspettatevi per risposta un " non mi rompere ... lasciami in pace!".
Alla seconda, lo sguardo incuriosito del rimproverato cerca i tuoi occhi per dire: "Veramente?".

Gli effetti secondari dell'essere propositivi, concilianti e partecipativi sono enormi. Si riesce a trasformare un agnello in leone. Le previsioni, su ciò che è possibile e ciò che non lo è, funzionano come le maree, con alti e bassi, seguendo gli influssi della nostra psicologia.

Esiste anche una legge, non dimostrata, per cui "dimenticando" i negativi, questi tendono a svanire. Il corpo umano, stupido per eccellenza, si serve dei negativi per auto distruggersi e dei positivi per giungere integro fino ai cento anni.
L'imbecillità del nostro corpo traduce a sé le malattie e non sa che sono quando la mente è occupata nella gioia, nella curiosità, nella passione ....... in tutto ciò per cui essere umani prende senso.  

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