martedì 10 dicembre 2024

La prima uscita di casa di Luca


 

Luca ricorda ancora quando soletto doveva percorrere una strada di campagna per giungere dove abitava la sua sorella maggiore sposata. Prima di allora non si era mai allontanato da solo dal rifugio di casa. Le sue giornate senza scuola le trascorreva lì, nella stanzetta, in quel luogo appartato e lontano dagli occhi e giudizi di tutti. Come poteva raccontare a qualcuno delle sue paure? I suoi amici erano immaginari ma tutti fedeli nel seguire la sua fantasia.

Un giorno la mamma decise di affidargli un compito importante. Doveva portare alla casa della sorella una borsa voluminosa. A giudicare dal peso doveva contenere molta roba e per il corpo esile di Luca, questo era un bel impegno. Fu comunque felice che sua madre avesse affidato questo importante incarico. La destinazione non era lontanissima; in linea d’aria la distanza non superava i due chilometri. In realtà, l’abitazione si trovava in periferia, staccata dal paese da una piccola distesa di campi coltivati. 

Luca doveva percorrere una serie di viottoli che si snodavano tra i diversi poderi confinanti. Il sentiero, fatto di briciole di pietra, era delimitato da bassi muretti facilmente scavalcabili per mettere piede nei campi. La sorella abitava oltre questi campi, nell’area comunale destinata all’edilizia popolare. Agli occhi di Luca, il posto appariva come un avamposto del paese, adatto per le passeggiate primaverili lungo le campagne. Fortunatamente, l’incombenza gli fu affidata in una giornata di sole, in pieno autunno, che poteva benissimo essere paragonata a una di primavera.

Erano le tre del pomeriggio quando Luca si incamminò con il suo fardello. Mentre procedeva si guardava intorno, pronto a scorgere ogni particolare dell’ampia distesa di terra che appariva ai suoi occhi.  Era insolito per lui uscire di casa a quell’ora. Con atteggiamento serio e deciso, si inoltrò nel sentiero già percorso qualche settimana prima con suo fratello, più grande di cinque anni. Il profumo della campagna lo inebriava. 

Camminava con lo sguardo fisso sul campo, con il desiderio di scavalcare il muretto, anche se per poco, giusto per affondare i suoi passi nel terreno. La scena del campo ricoperto di chiome di finocchi allineati a file come il suo quaderno a righe, gli dava un senso di benessere. Si sentiva intimamente coinvolto in quella natura, verde, umida, silenziosa. 

Luca avrebbe voluto estrarre dal terreno uno di quei bianchi e carnosi ortaggi, ma si concesse di camminare vicino anche per sentirne il profumo. Sarebbe stato facile raccoglierne uno, ma per Luca, era più facile immaginare l’azione piuttosto che compierla. 

Non molto lontano, però, coperto da un albero il contadino, padrone del fondo, stava osservando il giovane. Non serviva un indovino per interpretare il desiderio di Luca. Così, uscendo allo scoperto e facendo ampi gesti, l’uomo incoraggiò Luca a cogliere un finocchio. 

Il ragazzo, felicissimo per quella inaspettata autorizzazione, affondando entrambi i piedi nel terreno, tirò fuori un gustoso finocchio da portare a casa come trofeo della sua escursione. 

Gioioso per il dono, salutò il contadino, sollevando la mano che stingeva l’ortaggio. Mostrò così il suo apprezzamento e il ringraziamento per ciò che aveva ricevuto. Scavalcò il muretto e si riportò sul sentiero per procedere verso la casa di sua sorella. 

Per Luca questa esperienza fu straordinaria. Aveva avuto prova che non tutte le persone sono fredde e distaccate, esistono anche molte altre che hanno cuore. Spesso ti sono vicine e hanno bisogno solo dell’occasione per manifestare la loro umanità. 

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