Albert Einstein - David Bohm
Energia e Luce sono responsabili di uno straordinario meccanismo impensabile a chi, immerso nel suo mondo vegetativo, non ha mai provato ad allontanarsi dal pensiero comune.
La descrizione di questo meccanismo potrebbe benissimo apparire come una volontà di discutere sul paranormale o di miraggi e fantasmi.
L’incredulità o un cortese scetticismo
circonda normalmente queste argomentazioni.
Due studiosi, David Bohm, eminente fisico, e Karl Pribram, audace neuropsicologo, percorrendo due strade diverse nella prateria del sapere, sono giunti a una stessa determinazione.
Entrambi hanno scoperto come Luce ed Energia prendono in gioco il genere umano, forzando i limiti del suo sistema sensoriale, per costruire uno stupendo mondo illusorio molto vicino a miraggi e incantesimi.
Pribram, in seguito a sperimentazioni eseguite su cavie, non si spiegava perché asportando alcune parti del cervello, dove riteneva che si allocassero i nostri ricordi, questi non si riducevano, ma continuavano a rimanere nitidi. Non volle crederci, quando proseguendo con l’asportazione, fino a interessare una consistente percentuale della massa cerebrale, riscontrò l’intontimento e non la perdita selettiva di memoria della cavia.
Il riscontro gli giunse anche da colleghi che erano intervenuti su pazienti che, in seguito ad incidenti stradali, avevano subito l’asportazione o il danneggiamento di parti del cervello. Ciò lo indusse a pensare che la funzione di memoria fosse un’attività esercitata dal cervello nel suo complesso; come se fosse disseminata sull’intera superficie. Egli, però, non conosceva nessun meccanismo scientifico a cui poter ricondurre questa caratteristica.
Tutto questo non lo faceva stare nella pelle.
Immaginatevi come poteva essere la
vita di questo povero signore che alternava momenti di stupore, in cui si
voleva convincere che il fenomeno doveva essere frutto di una magia
imperscrutabile, a momenti in cui ammetteva di non capirci più nulla, ritenendo
impossibile trovare una spiegazione.
In un’altra università Bohm non si spiegava perché la luce aveva una duplice veste: a volte appariva come particelle in fuga forsennata, a volte come ordinati fronti d’onda che si espandevano nello spazio. Il fatto che lo faceva letteralmente impazzire di curiosità, era la sorprendente capacità di attraversare contemporaneamente due fori posti perpendicolarmente alla direzione di propagazione della luce.
Un altro illustrissimo fisico come Niels Bohr aveva fornito una spiegazione, ma appariva tanto divertente quanto fantasiosa, per cui gli era quasi impossibile solo prenderla in considerazione. Tanto più che, il grande Einstein la contrastava apertamente.
Per addurre comunque una spiegazione al fenomeno, pensò che la luce potesse essere una grande giocherellona; quando veniva guardata dall’occhio umano, diventava particelle in movimento, altrimenti assumeva la sua veste naturale, cioè quella ondulatoria.
Einstein, avendo postulato che nulla è più veloce della luce e avendo costruito la teoria del quanto per cui ricevette il premio Nobel nella fisica, avrebbe dovuto restituirlo, poiché le conseguenze logiche della teoria di Bohr avrebbero smentito tutto.
Einstein, insieme a un suo collega Podolsky, intervenne con un documento scritto, con cui spiegava come la nuova teoria di Bohr fosse errata.
I due scienziati ipotizzando la correttezza della teoria, non giustificavano come si potesse passare dalla forma ondulatoria a quella corpuscolare con il semplice atto di osservare la luce. Ammettendo comunque possibile la fantastica ipotesi di Bohr, si chiedevano a quale velocità potrebbe avvenire la comunicazione fra due fronti d’onda lontani tra loro, se al semplice puntamento dello sguardo la trasformazione fosse già completata. Poiché la vista acquisisce le informazioni attraverso la luce, le particelle dovrebbero comunicare a una velocità maggiore della luce stessa affinché lo sguardo constati la nuova forma assunta.
Questa conclusione trova netta contrapposizione al principio indiscutibile che non c’è nulla di più veloce della luce.
Bohr intimamente sapeva che la sua teoria aveva bisogno di un supporto razionale più consistente per poterla difendere, ma mantenne la sua posizione con un chiarimento che produsse solo l’effetto di elevare il tono polemico nell’ambiente scientifico.
Egli precisò che la luce non assumeva i due modi alternandosi a seconda se lo sguardo umano fosse allineato o non, ma esisteva solo quando essa appariva come particelle ridenti e quindi, non sussistevano fotoni che avrebbero dovuto comunicare.
Pertanto la luce poteva mantenere il suo primato di velocità.
In altre parole, Bohr faceva notare che era errato il modo di porre l’obiezione in quanto il mondo subatomico non ammette suddivisioni in parti isolate e autonome.
Einstein, per non creare ulteriore imbarazzo al pur famoso collega, ammise che l’esplorazione del mondo subatomico era ancora un passo incompiuto della scienza e che sarebbero serviti anni di studio e riflessioni per chiarire definitivamente la questione.
Bohm, comunque, non era d’accordo con Bohr quando affermava che le particelle non esistevano nel momento in cui non venivano osservate, ma aveva accettato l’idea che tra la fisica e la coscienza ci dovesse essere un nesso e non si dava pace nel pensare come inquadrare il mondo subatomico in una teoria complessiva che spiegasse ogni osservazione. Bohr aveva ammonito che nel subatomico bisognerebbe abbandonare il modo classico di pensare e rimanere aperti a qualunque possibilità logica.
Estratto dal "IL MONDO ILLUSORIO", edito Cinquemarzo
Il dualismo onda corpuscolo è stato completamente risolto? Ci sono nuovi studi in merito?
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EliminaIl dualismo onda-particella della luce (e della materia in generale) non è stato "risolto" nel senso classico di una contraddizione da eliminare, ma è stato incorporato nella struttura teorica della meccanica quantistica come una proprietà fondamentale della natura.