Vivere lentamente non significa non fare nulla. Significa fare di meno, ma con più intenzione. Significa riscoprire la gioia nelle cose semplici, quelle che spesso trascuriamo nella nostra fretta.
Stamattina il sole di luglio si è allungato nel cielo. Mi sono svegliato quando volevo. Ora posso permettermelo! È una piccola cosa, ma è diversa. Nessuna corsa frenetica, nessuna lista di cose da fare, nessun piano e nessuna grande responsabilità. Solo... tempo.
Svegliandomi, non mi sono buttato subito nelle "cose da fare". Invece, mi sono abbandonato all’ozio. Ho letto articoli che in altri tempi non avrei mai pensato di fare.
Il silenzio e la calma sono un bel cambiamento rispetto alla solita fretta. Riesco a sentire gli uccelli cantare, vedo i bei fiori sul balcone e mi godo il mangiare lentamente senza preoccuparmi di essere in ritardo. È un'esperienza rilassante che mi ha aperto gli occhi sulla bellezza del mondo che mi circonda, consentendomi di apprezzare le piccole cose che spesso passano inosservate nella frenesia della vita quotidiana. Sono queste piccole cose che ho perso nella fretta.
Conosci quella sensazione di correre per un motivo o un altro? Responsabilità, commissioni, progetti: tutto si confonde. Da un po' di tempo, sto prendendo un respiro profondo e lascio che le giornate scorrano un po' più lentamente. Non si tratta di essere pigri, si tratta di notare con più attenzione ciò che ti succede.
Da ragazzo, trascorrevo le mie estati al mare con amici, sudando, correndo dietro un pallone su un occasionale campo di calcio. Non avevo nessuna pretesa, oltre a divertirmi e sentirmi parte della natura. Da quando ho dovuto fare il marito e poi il padre tutto è cambiato. Troppe responsabilità mi costringevano a correre.
Intanto, è cambiato anche la bellezza di quei luoghi. Dove c’erano sterpaglie, erba alta, terra battuta da lucertole, oggi ci sono costruzioni in cemento, abitazioni private con giardino e piscina interna e tanto asfalto. Ricordo come se fosse ieri quando mi incamminavo per andare al mare a qualche centinaio di metri da dove abitavo. L’aria frizzantina del primo mattino mi apriva i polmoni. La gioia di procedere con maschera e pinne nella rete a zaino portata sulle spalle era visibile. Durante il percorso incontravo i bagnanti del giorno prima con il classico ciambellone nero a tracolla a riprova di un rito che si rinnovava giorno dopo giorno, fino alle prime piogge di fine agosto.
Sai, è un'esperienza agrodolce ritornare su quei passi d’un tempo, soprattutto quando hai perso i vecchi amici e non ci sono più i tuoi genitori.
Probabilmente, la vera felicità risiede in una serata tranquilla trascorsa sul balcone con un buon libro tra le mani. Sospendendomi, non ho paura di perdermi qualcosa; al contrario, trovo gioia in questo, che mi consente di essere presente e coinvolto nelle esperienze che scelgo. Invece di sentire una pressione costante per inseguire la "seconda cosa migliore", posso assaporare i momenti che risuonano veramente con me. C'è libertà nel lasciar andare la necessità di stare al passo con i momenti salienti di tutti gli altri. Mi consente di definire cosa significa "divertimento" a modo mio.
C'è davvero una certa pigrizia in questo atteggiamento, una buona pigrizia. Non quella che ti tiene a letto tutto il giorno, ma quella che ti permette di respirare. Di apprezzare il cinguettio degli uccelli, le farfalle in giardino, il modo in cui ogni pianta danza al soffio del vento, il lento gocciolare di un cono gelato, il modo in cui la luce del sole filtra attraverso la finestra e il modo in cui il cielo cambia colore.
Nella tempesta degli impegni di lavoro, rallentare era insolito. Sembrava così strano. Accusavo un inspiegabile disagio nel muovermi a un ritmo più lento, sebbene una vocina interna mi sussurrava: "Va bene rallentare. Non devi sempre correre."
Ultimamente abbracciare la lentezza mi ha davvero offerto la possibilità di riconnettermi con me stesso, con ciò che mi circonda e con le semplici gioie della vita che spesso passano inosservate nella frenesia della vita quotidiana.
Quindi, ho scelto di rallentare, di respirare profondamente e di vivere davvero il senso di esistere. Questo, credo, è il vero significato di slow living: assaporare il viaggio, non solo la destinazione.
A volte le cose più importanti non sono nella lista di cose da fare, si trovano nel silenzio intermedio.
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