mercoledì 17 luglio 2024

La sensibilità si nasconde tra le parole che usi


Gli inglesi usano due verbi per il passato "was" e "used to be", significando la stessa cosa: che qualcosa è passato. Ma la differenza tra queste parole è che "used to be" contiene e porta con sé un senso di perdita.

Ricordi quando eravamo bambini? La felicità era (was) così semplice. Ci svegliavamo il sabato mattina con tutta la giornata davanti a noi e tutto sembrava possibile. Ero (was) felice allora. Era (was) solo un fatto, qualcosa che potresti dire senza pensarci. Ma quando ci ripenso ora, è più come, ero felice, e porta con sé questo peso, questo senso di perdita. La felicità allora era senza sforzo. Accadeva e basta, come respirare. Ora è qualcosa che devo inseguire, qualcosa che sembra vicino ma sempre appena irraggiungibile.

Eravamo (were) pieni di speranze, sognavamo in grande senza alcun dubbio. Era (was) come se ogni alba portasse una nuova avventura. Ma quando dico che ero (used to be) pieno di speranze, mi sembra di parlare di una persona diversa. È la differenza tra un fugace momento di ottimismo e una profonda e duratura convinzione che il domani sarebbe sempre stato migliore. Da qualche parte lungo il cammino, quei sogni si sono persi, proprio come mi sono perso io adesso.

Fa male, questa transizione da "was" a "used to be". È come perdere una parte di sé che non si potrà mai più riavere. Eri (used to be) felice in modi che sembravano naturali, genuini. Ora, la felicità è qualcosa che insegui, una ricompensa che sembra sempre irraggiungibile. Il cambiamento non riguarda solo il tempo che passa; riguarda qualcosa che cambia dentro. C'è dolore nel realizzare che la gioia spensierata che una volta conoscevi è ora qualcosa per cui devi impegnarti, qualcosa che non arriva così facilmente come una volta.

Ricordi i primi amori? Quella sensazione inebriante e totalizzante, come se nient'altro importasse. Una volta eri (used to be) innamorato. Ma dire che eri (used to be) innamorato racconta una storia diversa. È l'immagine di un cuore che ha conosciuto la gioia e ora soffre per la sua assenza. Non si tratta solo della fine di una relazione; si tratta della perdita di una parte di te che esisteva in quell'amore. C'è una profondità in questo, un senso di aver perso qualcosa di insostituibile.

Questo cambiamento non riguarda solo il tempo; si tratta della perdita di parti di noi stessi che un tempo ci erano care. È come guardare una vecchia fotografia e sentire la distanza tra il momento in cui è stata scattata e ora. Ricordi le risate, il calore, ma senti anche il vuoto dove c'era (used to be) quella gioia. È la differenza tra un ricordo che porta un sorriso e uno che porta una lacrima. C'è un sapore agrodolce nel ricordare come erano (used to be) le cose una volta, un desiderio per il conforto di quei tempi.

"Ti manca chi eri (used to be) una volta, ma anche chi sei ora merita di essere amato".

 

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