domenica 21 luglio 2024

Vivere il momento


Andrea amava sedersi sul muretto basso del porticciolo e nella quiete serale ammirare i riflessi di luce sulla superficie dell’acqua. Per lui erano segnali e inviti alla riflessione, godendo del film della natura.

Improvvisamente, la sua beata immaginazione fu interrotta: “Buonasera, professore! Si ricorda di me?”

Andrea non ricordava il nome di quel giovane, ma il viso, seppure più maturo, gli fece ricordare l’eclettico allievo di molti anni addietro e quindi rispose: “Non ricordo più il tuo cognome ma il tuo sguardo mi riporta indietro negli anni.”

“Sono Gianni Cataldi, corso C di informatica, 2010.” Disse il giovane con ampi sorrisi.

“Bene! Vedo che la tua vivacità persiste ancora. Dimmi che fai ora? Lavori?” Andrea mostrò gioia di ritrovare il suo vecchio insegnante.

“Sì! Lavoro e ho anche una bella famigliola!”

“Mi fa piacere sentirti dire questo. Allora sei veramente Felice?” disse Andrea con un sottofondo di ironia.

“Beh, la felicità è una parola grossa! Direi di essere abbastanza contento.”

Poi Andrea aggiunse: “Vorrei sbagliarmi, ma quando si usa la parola abbastanza, qualche problema si nasconde sempre.”

“Professore, non siamo in paradiso dove va tutto sempre bene!” Gianni abbozzò un sorriso frutto di formalità.

Andrea capii di aver toccato la suscettibilità del giovane, così tentò di spiegarsi: "Gianni, non prenderla sul personale, ma la tua generazione ha disimparato, o forse non ha mai imparato, l'abilità più importante per vivere una vita felice. Questa abilità garantisce una salute mentale stabile, una forte resilienza e una felicità duratura".

"Quale sarebbe questa abilità?" Domandò curioso.

"La gratitudine".

“Oh no!” – disse in sé, Gianni, infastidito – “Ecco ancora una volta la sua predica sulla mancanza di gratitudine, di rispetto ed etica che porterà inevitabilmente alla caduta della società. Come se questa storia non l'avessi già sentita mille volte.”

Volendo mantenere i buoni modi e abbandonare il discorso che si avviava verso il sermone, il ragazzo rispose: "Certo, è vero! Mi ha fatto piacere rivederla professore … stavo appunto tornando a casa e ..."

La fuga fu annullata perchè Andrea continuò a parlare: "Non è che la tua generazione non sia in grado di essere grata in generale. Sei bravo quanto qualsiasi altra generazione in questo".

“Ok, questa è una novità!” Pensò Gianni.

Intanto, Andrea incalzò: "Quello che manca è la capacità specifica di essere grati per le piccole cose".

"Cosa intendete?", chiese il ragazzo mentre si tratteneva ad allontanarsi.

"Essere grati per le grandi cose della vita è facile. Tutti possono apprezzare una promozione, un matrimonio, la nascita di un figlio o la guarigione da una malattia. Poche persone, tuttavia, apprezzano le cose belle che accadono ogni giorno".

Andrea stava ponendo in risalto una tendenza che andava di pari passo con l'ascesa dei social media: "Immagina questo: stai per tornare a casa dal lavoro. Per tutto il giorno non vedi l'ora di guardare il tramonto mentre guidi verso casa. Proprio prima di partire, tuttavia, vai su Internet e scopri che un tuo vecchio compagno di classe ha comprato una macchina lussuosa. Quanto vale in quel momento il tuo tramonto nuvoloso sull'autostrada? Niente. Rispetto a quello che potresti avere, non vale molto".

Gianni Annuì. Aveva capito! Oggi, ci sono un milione di modi per confrontarsi con gli altri. Non importa quanto sia fantastica la propria vita, in pochi secondi si può trovare qualcosa di più grande. È difficile essere grati per le piccole cose che hai quando sai che potresti avere molto di più.

"Perché dovresti rallegrarti di aver comprato una giacca nuova quando Mark Zuckerberg si è comprato una nuova isola privata? Questo modo di pensare è sbagliato perché basa la felicità sul confronto!"

Gianni non poteva dargli torto. Si rese conto che ciò di cui Andrea parlava era il dipinto della realtà.

"Invece di trarre felicità dai paragoni, questa dovrebbe provenire dall'atto, dalla cosa o dal momento in sé. Quando mangi un buon pasto, non sei grato perché ha un sapore migliore di quello che hai mangiato ieri, sei grato perché ne apprezzi il sapore in quel momento!

Lo stesso dovrebbe valere per ogni cosa. Sii grato per le piccole cose che hai, perché rendono la tua vita migliore. Anche in mezzo al caos della tua vita, puoi apprezzare un breve momento di riposo".

"Ma che dire della forza delle relazioni sociali, di una carriera appagante o dell'attrattiva?" - domandò Gianni – “Non sono tutti fattori tipicamente associati alla felicità?”

Andrea rise: "Ormai sono vecchio abbastanza per aver conosciuto molte situazioni. Ho incontrato molta gente che raccontavano di aver avuto matrimoni fantastici, figli meravigliosi e carriere appaganti, ma anche convinti che le loro vite fossero miserabili. Ho anche incontrato una povera mamma single, che aveva tre lavori contemporaneamente, con un bambino malato a casa, che trovava la felicità ogni giorno".

Andrea si prese una pausa, come voler invitare il ragazzo alla riflessione, lo guardò e disse: "Dimmi questo, Gianni: come puoi essere felice se continui a inseguire qualcosa di meglio? Perché cercare la felicità in ciò che potresti avere quando hai già così tanto per cui essere grato?"

Quelle parole rimasero impresse per molto tempo nella mente del ragazzo. Si era reso conto come lui stesso stesse diventando meno grato. Concentrato sul suo lavoro e altri obiettivi, spesso trascurava il presente.

La felicità non è il risultato di un lungo processo di lavoro verso un obiettivo lontano. La felicità è la somma di ciò per cui siamo grati ogni giorno.

 

Nessun commento:

Posta un commento

Esprimi il tuo pensiero

Post più letti nell'ultimo anno