giovedì 27 marzo 2025

Veronesi vs Zichichi

Umberto Veronesi - Antonino Zichichi



Siamo abituati (direi formattati) a pensare seguendo una logica che ci sbatte in faccia l’evidenza del risultato. Ribellarsi a questa evidenza si passa sicuramente per matti.

In realtà, il paradigma mentale suggerito dalla logica e che adottiamo docilmente, è veramente l’unico possibile?

Tutte le leggi della fisica poggiano sullo stesso tavolo della logica.

Un corpo fermo vuole restare fermo; un corpo in movimento vuole continuare a restare in movimento; un corpo che cade sceglie un'unica direzione; il calore si diffonde soltanto in sola direzione.

Ma è possibile che tutto è così maledettamente scontato?

Può esistere un effetto senza una causa?

Può esserci movimento senza energia?

Può esserci un’azione senza un pensiero?

Può esistere una creazione senza creatore?

Tutte queste sono domande che potrebbero avere una cittadinanza soltanto se entrassimo nel mistico o abbandonassimo la ragione, dichiarandoci autonomamente pazzi o perlomeno dotandoci di licenza sovversiva dell’intelletto umano.

Però, se vogliamo essere logici a tutti costi, non dobbiamo abbandonare la nave quando la razionalità non dà più risposte. Saremmo, in quei casi, opportunisti del pensiero.

Umberto Veronesi, un noto medico, dice: “Il dolore diventa molto difficile identificarlo come una manifestazione del volere di Dio. Ho pensato spesso che il chirurgo, e soprattutto il chirurgo oncologo, abbia in effetti un rapporto speciale con il male. Il bisturi che affonda nel corpo di un uomo o di una donna lo ritiene lontano dalla metafisica del dolore. In sala operatoria, quando il paziente si addormenta, è a te che affida la sua vita. L’ultimo sguardo di paura o di fiducia è per te. E tu, chirurgo, non puoi pensare che un angelo custode guidi la tua mano quando incidi e inizi l’operazione, quando in pochi istanti devo decidere cosa fare, quando asportare, come fermare un’emorragia. [...] ci sei solo tu in quei momenti, solo con la tua capacità, la tua concentrazione, la tua lucidità, la tua esperienza, i tuoi studi, il tuo amore (o anche la tua carità come la chiamava don Giovanni) per la persona malata.

Allo stesso modo di Auschwitz, per me il cancro è diventato la prova della non esistenza di Dio.

Come puoi credere nella Provvidenza o nell'amore divino quando vedi un bambino invaso da cellule maligne che lo consumano giorno dopo giorno davanti ai tuoi occhi?

 Ci sono parole in qualche libro sacro del mondo, ci sono verità rivelate, che possano lenire il dolore dei suoi genitori? Io credo di no, e preferisco il silenzio, o il sussurro del ‘non so’”.

Antonino Zichichi, scienziato, ci vuole convincere che pure la non-logica è anche logica e attraverso questo stratagemma ci forza ad accettare (per logica) l’esistenza di un creatore indipendentemente dal funzionamento del creato.   

La scienza ci dice che non è possibile derivare dal caos la logica che regge il mondo, dall'universo sub-nucleare all'universo fatto con stelle e galassie. Se c'è una logica deve esserci un Autore. L'ateismo, partendo dall'esistenza di tutti i drammi che affliggono l'umanità, sostiene che se Dio esistesse queste tragedie non potrebbero esistere. Cristo è il simbolo della difesa dei valori della vita e della dignità umana. Che sia figlio di Dio è un problema che riguarda la sfera trascendentale della nostra esistenza.

Negare l'esistenza di Dio però equivale a dire che non esiste l'autore della logica rigorosa che regge il mondo. Tutto dovrebbe esaurirsi nella sfera dell'immanente la cui più grande conquista è la scienza. La scienza però non ha mai scoperto nulla che sia in contrasto con l'esistenza di Dio. L'ateismo, quindi, non è un atto di rigore logico teorico, ma un atto di fede nel nulla.”

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