Chissà quante volte sono rimasto deluso per un gesto atteso e mai arrivato!
Questo è l’errore che si commette perché crediamo o speriamo in qualcosa che è fuori dal nostro controllo. Probabilmente pensiamo a quelle reazioni che si creano spontanee in noi stessi quando viviamo quelle situazioni e ci aspettiamo di riceverle allo stesso modo.
Dimentichiamo che siamo diversi!
Ognuno con le proprie aspettative, ma soprattutto ognuno con i propri intrighi interiori.
La nostra vita è condotta in rapporto agli altri e ci adagiamo passivamente sui flussi emotivi innescati dall’esterno per cui ci si rimane condizionati o, se volete, imprigionati dagli umori che ne derivano.
Liberarsi dalle catene della passività emotiva è difficile in quanto sin dalla nascita i treni emotivi partono da stazioni lontane.
Da adulti dovremmo cambiare ruolo : trasformarci da vagoni trainati a locomotori trainanti.
Compito arduo, se non siamo riusciti a formarci una centrale elettrica interna autonoma, generatrice di forza d’amore.
Ecco, arriva il solito ritornello : deve essere l’amore il filo conduttore di questa logica.
Amando facciamo pratica di libertà su noi stessi, svincolandoci dal biberon offerto dall’esterno.
Diventiamo autonomi nel sentimento… dirigenti delle nostre soddisfazioni… procacciatori di emozioni … produttori di empatia.
Si tratta di compiere un lavoro su noi stessi che però è sicuramente ben ripagato alla fine.
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