lunedì 1 luglio 2024

Intervista allo scrittore Fabio Squeo

 

 

Oggi incontriamo lo scrittore Fabio Squeo che è stato selezionato per meriti letterari per il premio letterario “Il Canto del Mare”, Edizione 2024

Il premio “Il Canto del Mare” è un prestigioso riconoscimento letterario che celebra i talenti straordinari del panorama letterario contemporaneo. Nell’edizione 2024, uno scrittore di eccezionale talento è stato premiato per il suo contributo significativo alla letteratura. Queste domande esploreranno la vita, le opere e le prospettive future di questo autore premiato.

Domande:

Riguardo la sua vita personale e carriera, quali eventi o esperienze specifiche hanno maggiormente influenzato il suo percorso letterario?

Tutto è cominciato all’età di 14 anni. Ho sempre amato declamare ad alta voce, con l’efficace uso della memoria, le poesie di Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Gabriele D’Annunzio. Anche durante il periodo del Liceo, il professore di Latino dedicò all’intera classe “l’angolo” delle mie poesie. Una emozione incredibile mi pervadeva e mi spingeva a fare sempre di più: scolasticamente e poeticamente. Diventato grande, per così dire, la mia felicità si trasformò in orgoglio. Avevo, anzitutto, conseguito una laurea in Filosofia e appreso una nuova lingua: il polacco. Una lingua ostica, ma densa di poesia e musicalità. La passione per una nuova lingua ha generato in me un senso di pace e di riconquista. Noi, spesso, crediamo di avere una sola lingua a disposizione per descrivere una emozione. L’emozione è impareggiabile quando la lingua di un certo posto si sposa col linguaggio universale: proprio nel suddetto posto il colore bianco della gente diventa luce per i poeti.

Qual è la sua opera più rappresentativa e perché ritiene che abbia avuto un impatto significativo sul pubblico e sulla critica?

La mia opera significativa è I poeti fioriscono al buio” (bibliotheka edizione, 2017). Ho creato un gruppo di poesia su facebook che porta il titolo suddetto. Vanta la modesta presenza di 8544 seguaci. Molti hanno letto con entusiasmo le mie poesie. Ho all’attivo centinaia di premi e riconoscimenti. I poeti fiorisocno al buio è una silloge che parla di amore: un amore per le cose che ci sono e che verranno. Noi ci aspettiamo grandi cose dal futuro partendo da noi stesso. Ognuno di noi è un poesia che fiorisce e rifiorisce nelle incertezze della vita.

Come descriverebbe l’evoluzione del suo stile di scrittura nel corso degli anni? Quali sono stati i principali cambiamenti o sviluppi?

Il mio verso sciolto maturava a vista d’occhio, giorno e notte. L’evoluzione dello stile l’ho ritrovato nei miei stessi occhi: vivendo la vita. E’ necessario smarrirsi ogni tanto per imparare a essere (come dicono gli informatici) multi-tasking. Si vive per sopravvivere. Occorre saper fare tutto e dare il tutto per tutto. Una laurea in filosofia (come nel mio caso) non salva.

Quali tematiche o questioni intende esplorare nei suoi prossimi progetti letterari? Ha già idee o bozze su cui sta lavorando?

Sto lavorando a un libro di Filosofia contemporanea. Vorrei affrontare meglio autori che hanno lavorato sul senso dell’esistere, quali Heidegger, Sartre, Levinas e Camus. Le mie poesie, generalmente, hanno bisogno solo di un granello di vita per esistere.

Come vede il futuro della letteratura nel contesto attuale? In che modo pensa di contribuire a questo futuro con il suo lavoro?

Il futuro della letteratura si prospetta precario. Viviamo in un mondo dove è inammissibile essere contrari all’uso maniacale di smartphone. Si legge poco, e quando lo si fa, diventa una esibizione. La nostra società è vittima e carnefice. Ci rende drogati di zuccheri. E consumiamo calorie per restare in forma; si corre senza andare da nessuna parte.

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