Ti sei mai chiesto nella tua esperienza di vita se hai degli amici veri? Ovviamente non parlo di quelli virtuali che oggi (ahimè) abbondano sui social. Mi riferisco a quelli reali, in carne ed ossa e con un cuore pulsante. Sono certa che questa domanda ce la facciamo molto più spesso di quanto si possa pensare. Non solo. Ce la facciamo ad ogni età.
Cominciamo con il significato etimologico della parola “Amico”.
Il termine "amico" è da ricondurre direttamente al latino amicus che ha la stessa radice di amare per cui significa letteralmente "colui che si ama".
L'amore amicale è proprio quello che i greci chiamerebbero φιλία (philia), un sentimento fraterno, assolutamente disinteressato, un'affinità che edifica continuamente lo stesso rapporto e che arricchisce chi lo coltiva.
Ora io mi domando: questo sentimento così nobile e puro è possibile riconoscerlo ancora oggi, in una società “fustellata” di interessi, status sociali, ipocrisia, falsità e tanto altro ancora?
E non solo. Io credo che spesso possa rivelarsi in un sentimento fraudolento, a senso unico, che può ferire dolorosamente chi frettolosamente lo innalza a vera amicizia.
Brutto affare correre tale rischio, vero? Di certo si fa spesso un abuso della parola “amico”. In molti si divertono a condividere il tempo con persone simpatiche, ma questo non vuol dire che siano amici. Amicizia significa ben più che condividere momenti, essa richiede un “curriculum” di cuore molto interessante. Sono quelle persone che ti stanno vicino quando hai bisogno, ma tu non lo chiedi. Sono quelle persone interessate per ciò che sei e non a ciò che potresti fare per loro.
Un vero amico si riconosce perché ascolta e non giudica. Non compete, ma sia allea. Se non è d’accordo con le tue idee, le rispetta e affianca le sue.
Un vero amico adotta il metodo win-to-win. In qualsiasi confronto si vince sempre in due! Così non dà molta importanza alle discussioni, non tende a esacerbarle. A volte, può sembrare che offenda, ma se ne rende subito conto e chiarisce, assicura, magari trasformandolo in un complimento ermetico. Può capitare che si litighi, ma non c’è muso duro … servono pochi minuti per dimenticare tutto. Discutere però non è litigare.
Un amico si preoccupa di te, non ti dirà mai non posso (tranne se è immobilizzato su un letto di all’ospedale!). Se effettivamente non può, ti darà un’alternativa … ti firmerà una promessa.
L'ipocrisia (dal greco ὑποκρίνομαι «fingere») è l'atteggiamento con cui si esprimono sentimenti, pensieri, virtù o valori morali che la persona in realtà non possiede. La definizione stessa di ipocrisia dà la chiave affinché tu scelga bene le persone con le quali vorrai costruire l’amicizia. Ho usato il termine “costruire” perché non si tratta di qualcosa che si ottiene subito all’atto di desiderarla. Nell’amicizia il tempo è un tuo socio che controlla e garantisce sulle sane e buone intenzioni del possibile amico.
L’amico trasforma i tuoi difetti in virtù. Anche tu sarai d’accordo sul fatto che nessun essere umano è perfetto. A molte delle persone che ti circondano non piaceranno i tuoi difetti e saranno convinte che la loro missione sia quella di fartelo sapere. Proprio quei difetti che ti rendono così unico.
Infine, sai che potrai contare su di lui nei momenti più difficili. Ti offrirà il suo sostegno incondizionato e, cosa più importante, vorrà essere partecipe nella tua vita in qualità di compagno autentico ed essenziale.
E allora? Detto questo, forse gli amici veri non si riescono a contare nemmeno sulle dita di una sola mano, per cui accontentiamoci del famoso detto “Meglio pochi ma buoni”!
di Giovanna Sgherza
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