giovedì 6 giugno 2024

Destino crudele


 

Sono rimasto scosso dal fatto di cronaca dei tre ragazzi travolti dalla piena del fiume Natisone. L’ineluttabilità del destino ci disarma e cancella ogni illusione di grandezza umana. Credo che nei momenti che precedono la fine di un’esistenza si riassume il valore della vita e arriva un’emotività che pone in secondo piano la paura e il senso del pericolo. 

Ho immaginato il sentimento vissuto dai quei poveri giovani (a cui ho dato nomi di fantasia) e ho tentato di trasferirlo nelle parole.

“Carlo, Carlo! Sta arrivando acqua.” Urlò Serena, mentre l’amico si trovava un po’ distante da lei.

Nei suoi pressi, ancora tranquilla si muoveva a piccoli passi, Laura: “È vero! Sta scorrendo velocemente acqua.” Così dicendo, la ragazza corse dalla sua amica per abbandonare insieme il letto del fiume.”

Serena, un po’ sorpresa, un po’ spaventata dal repentino cambio dello scenario, restò immobilizzata e strinse in abbraccio Laura, appena giunta da lei.

Carlo intuì l’imminente pericolo e con tutta la sua foga sollecitò le due ragazze a muoversi verso di lui: “Che fate lì, ferme! Venite verso di me prima che l’acqua si fa alta!”

Le due ragazze sembravano non ascoltare. Alla vista delle acque scorrere velocemente e formare vortici, il terrore emergente paralizzò entrambe. Carlo sapeva che le sue parole, il suo incitamento, non avrebbero prodotto nessun effetto; le ragazze erano ormai isolate su una duna circondata dall’acqua in evidente risalita e non avrebbero avuto mai il coraggio di spostarsi.

Decise di andare lui da loro. Con difficoltà riuscì a raggiungerle su quel strettissimo isolotto e con tutta la sua anima, chiese loro di seguirlo attaccati l’un l’altro al cinto.

“Carlo ho paura! Non riesco a muovermi!” Urlò Serena, piangendo.

L’acqua ormai era ai piedi e la sua furia si sentiva dagli spilli sulla pelle.

Laura, non aveva più voce e si strinse sempre più forte Serena.

Carlo, mentendo a sé stesso, si unì al loro abbraccio e tentando un’improbabile rasserenamento, disse: “Ok, Restiamo qui! Sicuramente si accorgeranno di noi e verranno ad aiutarci.”

Il pianto delle due ragazze fu la prova evidente che ormai la loro vita l’avevano affidata a Dio. Carlo continuava a guardar lontano sulle rive per scorgere qualcuno che potesse aiutarli mentre le sue forze perdevano certezze.

L’acqua raggiunse il cinto. Laura non voleva credere a ciò che vedeva, tremando disse: “Moriremo, Carlo?”

Non ci fu tempo per una risposta perché i ragazzi vennnero strappati dall’isolotto e in pochi secondi sepolti nella torbida acqua del fiume. 

 

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