Vivere l’incanto della natura ... è rimanere imprigionati da sottilissime invisibili catene in un mondo dove la libertà è assurdamente è concepita come voglia di rimanere intimamente legati ai quei piaceri misteriosamente indotti nella sfera umana.
Ci si sente liberi nel manifestarsi, avvinghiati a
sentimenti trasparenti alle necessità materiali.
L’aria fresca del mattino è droga per l’anima, solleva
il pensiero e lo invita a correre in avanti al corpo.
Le paure, i problemi del vivere quotidiano, li
abbandoniamo al loro lento procedere, speranzosi di perderli per sempre, mentre
ci lasciamo accompagnare da figure felici, portatrici di quella piacevole
comunione con la natura celata perfino alle parole.
Nel passeggiare lungo un sentiero di campagna non si é
né soli né muti, ci accompagniamo con i rumorosi sentimenti che come bambini,
senza regole creano una piacevole confusione.
Si ha l’impressione di “abitare” con se stessi nella
natura.
Quale miglior sentire ... è quello di abbandonarsi ai suoni di scrosci d'acqua!
Il rumore dell'acqua è tale da riempire le discontinuità
dei sentimenti.
Provate ad ascoltare la musica dello sciacquio delle
onde marine mentre si infrangono e poi sbuffano su uno scoglio isolato.
Un senso di inadeguatezza vi coglie. Lo stress accumulato da lenti processi noiosi o
insopportabili, tende a frantumarsi al lento fluire delle acque. Anche i muscoli accusano questa frustrazione e tendono a
muoversi senza il vostro consenso.
Soltanto un profondo respiro liberatorio calma quella
irrequietezza interiore, traditrice di un equilibrio interiore precario.
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