Fissare gli occhi sull’immagine di un prato adornato dalla brina e composta da una natura desiderosa di offrirla ai tuoi occhi, è un pretesto usato per assorbirti e rivederti come parte di se stessa. L’uomo è assimilabile a quella tenera erba, involontaria complice della brina.
Nonostante secoli di storia e
nonostante l’illusione di esercitare un presunto potere creato con la
tecnologia, l'essere umano, come l’erbetta, è attaccato fragilmente al terreno, impotente
alla debolissima rugiada cristallizzata dal gelo mattutino. L'uomo, da solo, nulla è in grado di fare!
Attende il tepore del sole per riconquistare i momenti della ridente
vegetazione. Nel breve tempo della sua rigogliosa
espressione, penserà all’eternità attraverso il suo seme, imperscrutabile
sistema per dare continuità al ciclo della vita.
Un filosofo dell’antica Grecia affermava
che basta conoscere una verità per praticarla, però, l’esperienza diretta,
vissuta tutti i giorni, non ci convince. È facilissimo predicare bene e
razzolare male. La facilità con cui s’ignorano i precetti
suggeriti dalla verità è determinata dall’esclusione in questa diatriba
dell’intelligenza.
È impossibile non ammettere che
l’intelligenza implica una logica e per questo, l’atteggiamento istintivo che
si segue in certe azioni, dimostra che non è utilizzata. Evidentemente, la conoscenza della verità
dovrebbe essere profonda al punto che la logica connessa fonda una convinzione
responsabile del comportamento automatico. In altre parole, se non si vuole utilizzare
l’intelligenza, almeno si usi la convinzione, ammettendo che quest’ultima sia
stata precedentemente acquisita. Un’altra strada percorribile da chi non
riesce a muoversi con intelligenza, consiste nel credere a un sistema di premi
e punizioni. In questo modo, spostandoci nel campo degli animali, ci si
comporta nella vita come se lo scopo finale fosse lo zuccherino e cercare di
evitare le percosse.
Per tutti, quindi, esiste il pericolo della
caduta della brina sul cervello, e ahimè, sul cuore. Se la sfortuna vuolesse che
essa abbracci il cervello, saremmo degli stupidi in vegetazione. Se, invece,
cadesse sul cuore, saremmo dei morti viventi in attesa di una risurrezione
delegata al sole dell’universo.
Per scongiurare il pericolo dobbiamo
mantenere attivo il nostro cervello e riscaldare continuamente il cuore.
Come?
Leggere, riflettere, comunicare, sono le
attività spazza brina del cervello, mentre appassionarsi, innamorarsi, amare,
concedersi alle passioni e ai sentimenti cullati nella serenità, regolarizzano
i battiti di un cuore che non si ferma anche dopo l’abbandono del peso del
corpo.
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