La nostra mente, oltre che superficiale, approssimata,
piatta, è anche incapace a misurare in assoluto.
Secondo il suo metro di giudizio, un chilo di piombo è
certamente più pesante di un chilo di paglia.
Il colore bianco non riesce a distinguerlo dal nero se non sono
figurativamente affiancati.
Non parliamo del grigio che, risultando un compromesso tra i due opposti, creerebbe
una grande instabilità della decisione.
Quanto più mi è vicino
uno dei due contrari, tanto più cambio parere sul significato del grigio.
Allo stesso modo si può trattare la felicità con infelicità,
la gioia con la tristezza, la ricchezza con la povertà, l’intelligenza con la
stupidità.
Se io avessi una Ferrari e vivessi da solo sul pianeta,
non sarei nè felice nè infelice.
Non cambierebbe nulla se mi togliessero la Ferrari per darmi una bicicletta.
Non cambierebbe nulla se mi togliessero la Ferrari per darmi una bicicletta.
Se, invece, avessi
qualcuno a cui mostrare le mie cose, soltanto allora sarei felice,
avendo la Ferrari e girando tra possessori di biciclette (tra i quali
seminerei infelicità).
Un altro esempio evidente si può mostrare attraverso la
lettura di un articolo di giornale. Indipendentemente dal contenuto, esso sarebbe completamente
insignificante se nessuno lo leggesse e contemporaneamente meritevole di mille giudizi
diversi per i mille lettori che si accingessero a criticarlo.
In ultima analisi, la mente va sempre per confronto e la differenza
tra 1001 e 1000 è la stessa tra 1 e 0.
Allo stesso modo si sente ricco ugualmente chi possiede un
euro in più dell'altro.
Oppure, è felice chi ha meno guai rispetto ad un altro.
Forse, Eistein, con la sua relatività lo ha fatto bene
intendere.
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