HandShake, dall’inglese,
significa stretta di mano. Esso è un termine usatissimo nella comunicazione tra
sistemi automatici.
Solitamente quando ci
stringiamo la mano, quasi involontariamente compiamo delle oscillazioni. I due amici si alternano nel
far forza. In questo modo si dichiarano complici e si assicurano
vicendevolmente di essere vivi e pronti allo scambio psicologico.
Una stretta di mano senza
oscillazione è formale e inutile.
Potrebbe essere sostituita
con la frase: “Ti saluto, ma non interessi più di tanto!”.
La stretta di mano potrebbe
essere: molliccia (fai finta che non ci sono), a grilletto (ho fatto il mio
dovere), a mezza mano (non ti conosco, scusami), alta rispetto al corpo (per
ora non ti conosco, stai alla larga), bassa rispetto al corpo (non sembri
cattivo).
Coloro che si stringono la
mano, si dichiarano apertamente e manifestano le loro qualità o paure
interiori.
In altre parole, preparano uno scenario indispensabile per far
partire un colloquio. Diciamo che si apre una fase
di sincronizzazione. Il più debole si adegua al
più forte, come il discepolo al maestro. Il seguace si adegua al suo
leader, come il condotto al conduttore.
Non c’è ex equo poiché siamo
diversi per nascita.
Se ci pensate bene, troverete
sempre qualcuno migliore e qualcun altro peggiore di noi (per fortuna!).
La differenza tendente a
zero rende elettrizzante, interessante il colloquio.
La differenza tendente
all’infinito, indirizza il nascente dialogo all'aborto.
Quando un colloquio
interessante parte, si assiste allo spettacolo della natura umana. Il conduttore dichiarato
diventa condotto dall’interesse dell’ascoltatore. L’ascoltatore attento,
impone i ritmi a chi parla. Chi parla mediante le pause,
capisce di essere seguito. Segnali di sincronizzazione
arrivano da cenni del capo, consensi verbali o intercalati, posture corporali.
Tutti questi segnali indicano a chi parla, come sta procedendo il dialogo. Da questi, si capisce se
deve accelerare, perché sta dicendo cose banali o se deve rallentare, perché
richiede riflessione.
La durata delle pause è una
modulazione della trasmissione.
Si stabiliscono i momenti precisi per lo
scambio dei ruoli.
L’alternarsi nel parlare e nell’ascoltare avviene con una
fluidità incredibile.
I due sistemi comunicanti si
dicono efficienti.
Consumano nel migliore dei
modi il tempo vita.
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