Esistevano,
in un mondo fantastico, tre essenze: Direzione, Verso e Intensità.
L’universo
ne era pieno e per questo motivo mancava il vuoto.
Erano
invisibili e instabili nelle loro identità.
Per
comunicare utilizzavano particolari intermediari: dubbio, istinto, sensibilità,
ragione.
Utilizzando
l’istinto attiravano; con il dubbio si espandevano, con la sensibilità si
trasformavano e con la ragione si alimentavano.
Le
tre essenze non potevano far nulla senza qualcosa che le consentissero di
creare una forma solida capace di portare il loro segreto nella sostanza in cui
esse si sarebbero potuto rivelare.
Dio,
allora, inviò, tardivamente, una parte di sé con la quale permise la loro
combinazione come primo passo verso la nascita dell’universo.
Oggi, le infinite combinazioni che la particella di Dio ammetteva, nosconde il suo segreto e rende superlativo il suo fascino, racchiudendolo nella conchiglia del mistero.
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