Aprite gli occhi e guardatevi intorno: se vedete un mondo che
cresce, che si agita, che vi parla, che vi stimola, dovete ammettere che c’è
stato qualcuno che gli ha dato il via affermava Giovanni Scoto
Eriugena.
L’essere umano, da millenni, è sempre stato un sognatore,
affascinato dall'idea “stravagante” di ricercare i segreti insiti nel regno
della natura umana e stabilire, eventualmente, contatti con altre civiltà
(rispetto alla nostra).
Egli ha “rinchiuso nei cassetti della propria stanza,
la ragione prevaricatrice” e ha deciso di recuperare in extremis il proprio
diritto al “volo che porta nella direzione teistica di Dio, Cristo, Buddha,
Allah e chi ne ha più ne metta”.
Questa facoltà, tipicamente umana, ha invogliato l’uomo
a non demordere, nel pieno di un progresso cognitivo-immaginario sempre più in
espansione, e continuare ad osservare il cielo dalla finestrella della propria
casa” sino ad abbracciare quel tutto, chiamato simpaticamente universo.
La prima domanda sorge spontanea: siamo soli in questo
universo?
La sua ricerca sistematica prende di mira l’indagine filosofica –
storica e sperimentale. Essa serve su piatto d’argento forme di ricerca sempre
nuove, gravide di fondazioni specifiche, che puntano, nel tempo del dio
progresso, a superare ogni realtà attendibile col righello umano, dove essenze
evanescenti di nature umane e aliene, rispetto alla nostra specie, si
confondono nell'oltre del cosmo.
Qual è l’origine del genere umano?
La domanda è innocua, ma
risalta i tratti tipici di un concetto complesso nelle sue implicazioni
teologiche e filosofiche. Esse rivelano il legame con una prospettiva
tipicamente universale, in fatto di ricettacoli, di ideologie, di visoni
onnipotenti e intuizione geniali da parte di uomini, piccoli, minuti e
limitati, ma per determinazione molto curiosi.
Uno degli esponenti di massimo livello, che ha speso la sua
vita (nell'interesse archeologico-sperimentale) per avvicinare mondi lontani, è
sicuramente ZECHARIA SITCHIN. Egli è uno dei massimi rappresentanti della
cosiddetta archeologia eretica.
Egli attribuisce la creazione dell’antica cultura dei Sumeri ad una presunta razza aliena, detta Neflim (in Ebraico) o Anunnaki (in Sumero) proveniente dal pianeta Nibiru, un ipotetico 9° pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologica babilonese.
Egli attribuisce la creazione dell’antica cultura dei Sumeri ad una presunta razza aliena, detta Neflim (in Ebraico) o Anunnaki (in Sumero) proveniente dal pianeta Nibiru, un ipotetico 9° pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologica babilonese.
Quando gli Annunaki (termine che significa
letteralmente “coloro che dal cielo scesero sulla terra”) scesero sulla
terra dettero vita alla prima colonia extra-terrestre.”
“Quando parlo degli Extraterrestri, dobbiamo pensare ad
esseri come noi – più probabilmente, ad esseri più avanzati di noi, per i quali
la loro natura è il risultato di contatto fra una parte materiale ed una parte
spirituale, un corpo ed un’anima, sebbene in proporzioni diverse rispetto agli
esseri umani sulla Terra.
Secondo Sitchin, l’essere umano è figlio della materia
aliena. Una commistione di Spirito e materia. La sua denominazione, cioè quella
di “uomo” è legata nella prospettiva “della terra o terrestrità” L’uomo è
impregnato di terrestrità; esso è condito di essenze e sapori terreni, ciclici,
divenienti, misurati col metro della morte [Platone]. L’uomo è un
incrocio di esseri perfetti (rispetto a noi) e una imperfezione legata al
tenore o sostanza mondana.
I testi sumerici, nonché la Bibbia e altri testi del medio Oriente, rivelano realtà legate all’evoluzione degli Anunnaki o “dei dell’universo”(come li definisce Sitchin).
I testi sumerici, nonché la Bibbia e altri testi del medio Oriente, rivelano realtà legate all’evoluzione degli Anunnaki o “dei dell’universo”(come li definisce Sitchin).
“Che la vita possa esistere su altri pianeti è certamente
possibile… La Bibbia non scarta quella possibilità.
Sulla base della
Scrittura e sulla base della nostra conoscenza dell’onnipotenza di Dio, essendo
illimitata la Sua saggezza, dobbiamo affermare che la vita su altri pianeti
è possibile”.
Essi sono responsabili della creazione, stando alle
interpretazioni dello storico, e mi permetto di aggiungere: saranno anche la
causa di una possibile distruzione o momento di una ennesima rivelazione
apocalittica.”
Lo studio rivela che, in ebraico Adamo è la configurazione
di una realtà umana caricata di senso terrestre. Il termine Adamo significa
letteralmente “Colui che è della terra, creato per la terra, appositamente”.
Questo significa, evidentemente, che l’uomo non fu creato dal niente, quando
Dio (precisano le scritture) soffiò nel corpo dell’uomo”: la vita ha preso
inizio non dalla ruggine, né dal ferro, dalle montagne o dai mari, ma
semplicemente da una “natura superiore o proviene dall'alto, quindi in ultima
analisi da qualcosa di sicuramente PRE-ESISTENTE E PRE-COSTITUITO.
L’uomo di Adamo non esisteva ancora, fino a quando giunsero
gli extra-terrestri o pre-uomini (con le navicelle degli Annunaki) che
conferirono forma e sostanza alle specie viventi sulla terra. Una terra,
fertile, dove l’uomo nasce, si sviluppa e perisce. Dove la storia dell’uomo
prosegue nella direzione della verità della propria origine affinché un giorno
possa fare luce sul sentiero del proprio ritorno.
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