Un
bambino sognava di essere adulto.
Pensava
che diventarlo doveva essere una conquista, bisognava imparare tante cose difficilissime.
Egli
non trovava spiegazione per la grande trasformazione che doveva subire.
Si
chiedeva, però, se diventare adulto imponeva dimenticare il cuore di bambino.
"Certamente!"
- si ripeteva quasi per scrollarsi dalla testa il suo modo di pensare.
".. e
poi, non ho mai visto un adulto giocare a nascondiglio!".
"I
bacetti non si danno a tutti! " - "Gli
uomini baciano le donne, le donne baciano gli uomini e i genitori baciano i
bambini".
"Strana
regola è questa! Probabilmente, quando diventerò adulto capirò."
Il
bambino decise di scrivere tutte le sue incertezze in un diario che conservò.
Egli avrebbe
riletto i suoi pensieri quando sarebbe diventato adulto.
Passarono
gli anni e l'età adulta non mancò di presentarsi con tutte le sue forme.
Il
vecchio bambino non scherzava più e non era più circondato da compagni di
giochi.
Stranamente
il suo essere appariva serio e gli amici ora li chiamava colleghi.
Viveva
tra tantissima gente ma si sentiva solo.
Non
riusciva ad essere spontaneo e doveva misurare le parole.
Per prima cosa non
doveva offendere ed inoltre, la cosa più difficile da farsi, doveva distinguere
esattamente i momenti in cui dire ciò che pensava da quelli in cui
doveva fingere.
Insomma,
da adulti bisognava essere dei bravi teatranti oppure, per dirla con un'altra
parola, diplomatici.
E'
inutile dire che il sorriso doveva essere alcune volte fotocopiato sulle
labbra, altre volte liberato sinceramente.
Un
giorno, l'antico bambino trovò per caso il suo diario.
Le
parole che vi lesse profumavo di di bellezza infinita; erano chiare come il sole, semplici e dolci come acqua di fonte.
Incredibile
solo a pensarci!
Gli
adulti faticano ad essere come vorrebbero che fossero e si impegnano ad
uccidere la parte più bella, nascosta nel cuore ancor testardamente bambino.
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