Si chiamava Vito Tedone ed era un povero contadino lucano. Aveva una bancarella di frutta e verdura nei pressi del suo orto. Un giorno, mentre cercava di guadagnarsi da vivere per la sua famiglia, sentì un grido di aiuto provenire dalla strada confinante. La curva della via impediva la visione per cui abbandonò ogni cosa e corse sulla strada per capire cosa fosse successo. Lì, schiacciato da un’auto rivoltata, c'era un ragazzo terrorizzato, che urlava e lottava per liberarsi. L'agricoltore tornò velocemente indietro nel suo podere dove aveva il trattore. Si portò sul posto dell’incidente e dopo aver legato la macchina al trattore, la spostò quel tanto che bastava per liberare il giovane. Capì subito che il ragazzo non era in grado di alzarsi. Infatti, la sua gamba appariva slegata.
La bancarella vuota aveva allertato Paolo, il figlio quindicenne del contadino, che nel frattempo aveva raggiunto il padre, richiamato dal rumore del trattore. Il ferito si rivolse a Paolo suggerendo di prendere il telefonino dal suo borsello, ancora nell’auto, per chiamare il soccorso e avvisare la famiglia.
Dopo circa dieci minuti giunse l’ambulanza che condusse immediatamente lo sfortunato automobilista al pronto soccorso.
Trascorsero dei giorni dall'incidente quando si presentò davanti alla sua bancarella un distinto signore appena sceso da una macchina di lusso.
Si presentò: “Buongiorno signore, mi chiamo Donato Cantoni; sono il padre di Andrea, il ragazzo che hai soccorso nell’incidente stradale.”
Il contadino Ricordò subito quella triste occasione e rispose:
“Sì! Mi è ancora viva quella brutta scena. Ma ditemi come sta ora il ragazzo?”
“Oh, niente di preoccupante! È stato soltanto obbligato a rimanere immobile per un po’ di tempo, ma poi tutto si è sistemato per il meglio. Sono qui per ringraziarti personalmente. Grazie per tutto quello che hai fatto per mio figlio. Se non lo avessi soccorso in tempo, probabilmente oggi non sarebbe più con me. Aveva una emorragia interna, fortunatamente bloccata in pronto soccorso.”
Il contadino stette interessato ad ascoltare e non potette trattenersi di esclamare: “Grazie a Dio, se è andato tutto bene!”
"Voglio ripagarti",
disse il ricco signore. “Hai salvato la vita di mio figlio.”
"No, non posso accettare il pagamento per quello che ho fatto." Rispose
l'agricoltore declinando l’offerta.” Poi aggiunse: “Avrei agito allo stesso
modo per chiunque si fosse trovato in quello stato!”
In quel momento, il figlio del contadino si
avvicinò alla bancarella.
“È tuo figlio?" Chiese il nobile. "Sì", rispose con orgoglio il
contadino.
“Lascia che mi sdebiti. Voglio che tuo figlio possa studiare e laurearsi.
Se lui è qualcosa di simile a suo padre, diventerà un uomo di cui potrai essere
orgoglioso.”
Il contadino voleva bene a suo figlio e ritenne che questa opportunità andava colta. Con il tempo, Paolo si laureò in medicina e divenne un’autorità nel suo campo.
Anni dopo, il figlio del nobile fu colpito da una terribile malattia dalla quale, grazie all’intervento di medico, dottor Paolo Tedone, fu salvato nuovamente.
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