Rientro nei
miei silenzi a cercar me stesso.
Sono lontano
dal toccare.
Tento di
vivere.
Mi rigiro il
pensare,
a scuotere nuove idee.
Trovo soltanto
sogni.
Vedo i colori
d’un tempo.
Riprovo l’ansia
di quelle cieche promesse.
Assaporo la
carezza della speranza.
D’un tratto
l’anima si fa disegno e inizio a correre.
Or sono lunghi sentieri verdi.
Or appaiono
vecchi lastricati di vie antiche.
Il respiro è
grave.
La gioventù
è padrona.
Ogni
barriera è nascosta da quella signora.
Porta con sé
una grande borsa.
Al lento
procedere,
attinge e sparge
oblio ed illusione.
Sin che un
dì,
gli occhi vedono la grinza pelle
sussultare
alle stanche emozioni
di un cuore
che non sa di essere solo.
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