martedì 28 novembre 2023

I chiodi nell'anima

 

 

Pasquale aveva un brutto carattere. Sua moglie subiva le sue reazioni nervose spesso accompagnate da parole pesanti. Lei era di animo buono, non era capace di rispondere a tono alle offese del marito e quindi finiva per sfogare il suo dolore nel pianto. Con il tempo, Pasquale si fece più saggio, ma aveva spento l’entusiasmo della moglie. I rapporti erano diventati freddi, formali. Lei poneva più attenzione nel parlargli e se era possibile si chiudeva nel silenzio.

In questo modo, i momenti di rabbia di Pasquale diminuirono ma continuavano a presentarsi. Si rivolse al padre anziano per chiedere consiglio su come poter rimediare a questo suo cattivo comportamento.

Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse: "Ogni volta che perdi la calma, devi battere un chiodo nella parte posteriore della tua recinzione". Pasquale non comprese il motivo per fare questo lavoro, ma volle in ogni modo attenersi al consiglio del padre.

La prima settimana l’uomo ne fissò cinque. Nelle settimane successive, mentre imparava a controllare la sua rabbia, il numero di chiodi apposti diminuì gradualmente. Intanto, si rendeva conto che era più facile mantenere la calma che prendersi la briga di battere chiodi sulla staccionata.

Finalmente giunse la settimana in cui Pasquale era stato sempre calmo e non doveva fissare nessun chiodo. Felice del suo miglioramento, si confidò col padre del risultato ottenuto. Il padre fu contento, ma gli consigliò ancora di continuare a controllarsi, procedendo in diverso modo. Gli disse: “Pasquale, mi fa piacere che hai capito che non serve arrabbiarsi, perché ciò complica la risoluzione dei problemi. Però ti chiedo di fare un ultimo sforzo.”

Pasquale tutto intento ad ascoltare il padre, disse: “Dimmi, papà. Seguirò ancora i tuoi consigli.”

Il padre riprese: “D’ora in poi, per ogni settimana in cui mantieni la calma, torna alla staccionata ed estrai uno dei chiodi infilati. Quando saranno tutti tolti vieni da me perché avrò qualcosa da dirti.”

Le settimane passarono e Pasquale fu finalmente in grado di dire a suo padre che tutti i chiodi era stati tolti. Il padre prese suo figlio per mano e lo condusse alla recinzione. Disse: “Sei stato bravo, figlio mio, ma guarda ora quanti i buchi hai fatto alla tua recinzione. Ormai è rovinata; non sarà più come prima. Ogni volta che hai offeso tua moglie per la rabbia, hai lasciato nella sua anima una cicatrice proprio come questo foro nella staccionata. Puoi dare un taglio al suo cuore e ripeterlo tante volte e poi ogni volta scusarti, chiedere perdono, ma le ferite, pur cicatrizzate, restano. Non importa quante volte dici <mi dispiace>, le ferite sono ancora lì a ricordare ogni brutto momento.

L’uomo capì quanto fossero potenti le sue parole. Pensò alla moglie e con lo sguardo basso, disse: “Spero che lei mi possa perdonare per i buchi che le ho procurato.”

Il padre, mise il braccio sulla spalla del figlio e rispose: “Certamente lei potrà. Il perdono è facile per le persone buone ma le cicatrici del passato, non vanno mai via. D’ora in avanti, sii attento ai tuoi modi perché a volte il prezzo da pagare dopo non vale il vantaggio del momento.”

 

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