Può
la musica al giorno d’oggi trovare spazio nel cuore degli uomini, distratti dal
rumore assordante della materia?
Nell'esperienza
estetica della musica l’uomo si stacca dalle catene della materialità e dai
falsi miti che essa genera, aprendo un panorama idilliaco, nuovo, dove gli
incontri vivono la voce del silenzio melodico, dove l’occhio cinico dell’anima
non si limita a vedere, ma con raffinata osservazione gode nel prospetto dell’oggettività.
Ecco
che, con cristallina evidenza, l’occhio dell’anima determina il proprio campo
d’azione, attraverso il proprio effetto dirompente e rivoluzionario sul mondo
entro cui esso è calato.
L’effetto dichiara solenne la propria scaturigine, specialmente
in colui che si espone sensibilmente a “riconoscere energicamente” la
musicalità del mondo, la propria linea d’onda ininterrotta.
La
musica, qualora fosse “riconosciuta” offrirebbe sane e terapeutiche possibilità
di ritrovarsi in sereno rapporto con le proprie forze psico-motorie.
Facendo
leva sull'esperienza estetica della musica, l’ascoltatore annulla le barrire
dei condizionamenti, oltrepassa gli argini delle preoccupazioni fino a
ritrovare la giusta empatia compatibile con le singole energie del mondo,
affinché egli possa trovare mutuo soccorso nei momenti più difficili.
La
musica esprime tutta la sua saggezza, domandando continuamente al cuore degli
uomini – assicurando la giusta dichiarazione d’amore all'universalità dei
rapporti umani”.
E’
un appuntamento con l’Occhio dell’anima per un’esperienza unica del suo genere.
Essa seduce inevitabilmente e ci appronta confidenzialmente alle acque più
profonde dell’Io.
L’artista
è l’emblema dell’ascoltatore energico che riconosce da lontano i propri
spiragli di verità.
Egli
ha la capacità di sintonizzarsi con le singole frequenze energetiche offerte
dalla musica, partendo dalla propria pre-disposizione “al riconoscimento della
Musicalità.
Egli
non guarda gli oggetti nella loro utilità pratica, bensì, con pacata
naturalezza, scorge essenze fine a se stesse, modelli moralmente giusti, e
nell'ascesi del proprio io, l’anima si unisce all'eterno.
E’
importante abbandonarsi anche per un solo istante agli eterni richiami, perché
solo così l’io, nudo da ogni sipario, pone l’intelligenza al servizio del bene
cosmico.
di Fabio Squeo
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