giovedì 9 novembre 2023

Confessioni postume di un lettore del libro "Cuore"

 

 
Aveva otto anni, ma non gli sembravano pochi. Probabilmente sembravano tantissimi quelli dei “grandi”. Per lui gli adulti erano così “grandi” che non potevano dir bugie o ancor peggio, essere cattivi.

Al compleanno dei diciotto, non sentiva di essere diventato “grande”. Probabilmente qualche bugia la diceva ancora o forse peccava di egoismo. Aveva pochi amici per provare le sue bugie, quindi supponeva di essere egoista.

Qualche anno prima, aveva letto il libro “Cuore” e ne era uscito sconvolto. Quella lettura costituì il punto focale di un cambiamento interiore. Assunse l'idea che la generosità e il rispetto dovevano essere le chiavi vincenti della sua vita.
 
La professoressa d’italiano delle medie gli aveva addirittura scritto una dedica a cui è rimasto sempre fedele: “Non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te”.

Per un po’ rimase deluso. Non aveva compreso il senso profondo della frase. Si chiedeva: "perché mi ha scritto questo?" Cosa poteva aver indotto il suo amore per gli alunni a suggerire questo ammonimento? Non aveva mai pensato di comportarsi male con lei e tanto meno con chi conoscevo.

Proseguendo con gli studi, la sua vita si è srotolata. Molte idee ha cambiato, facendole scendere un po’ più giù dalle nuvole da dove erano nate.

Con i capelli imbiancati, capiì soltanto allora il senso di quell'antica solitudine; ha conosciuto l’amore, ma non quello letto nel libro “Cuore”; ha dovuto riconoscere che la cattiveria esiste veramente. 
 
La dedica della professoressa non si rivolgeva al lui ... doveva essere uno scudo donatogli per proteggersi dai mali del mondo.

Infine, si è convinto che non vale la pena rinascere se il mondo continua a essere quello che si è rivelato.
 

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