Ci sono momenti in cui il chiasso
della vita vegetativa di tutti giorni, si attenua. Scende un silenzio interiore che
favorisce il pensare. In queste occasioni, la mente è
difficile collocarla.
Appare incerta su cosa
concentrarsi. Dopo un’instabilità che ha il
sapore di un equilibrio d’animo smarrito, si posa su piccole immagini e abbozza
pensieri.
Quei pensieri che, come cari
amici, vogliono consolarti, quasi a darti qualcosa. Leggeri, inutili, a volte, pretendono solo di
farti compagnia. Essi sono con noi, ma vengono da noi come se fossero estranei. Vogliono plagiarci perché sanno
ciò che desideriamo e soprattutto, ciò che amiamo.
Questi amici sanno anche che
abbiamo molti nemici.
Chi non ha preconcetti, manie o
fissazioni?
La personalità umana è un mare di
sentimenti arginati da pensieri più o meno profondi. Nei suoi alti fondali
giacciono al buio, paure, sofferenze e qualche nave di speranza naufragata. I nostri meravigliosi pensieri si
affastellano nella mente e creano il prototipo di ciò che vorremmo. Si assemblano in un numero vertiginoso,
se il nostro desiderio e forte.
Spesso inducono in nostalgia e richiamano
quello spirito di rivalsa che ci sorprende in scatti improvvisi. In alcuni casi ci prospettano un’anteprima
di ciò che potrebbero raccomandarci.
Le scene che costruiscono ci
appaiono reali fino al punto che presumiamo di agire subito secondo una replica di quello
che è stato pensato.
Purtroppo, la realtà si determina
con altre componenti che tengono conto di svariati fattori, molti di questi, fuori dalla nostra portata.
Soltanto alla fine si capisce che
la nostra vita va avanti per approssimazioni successive.
La razionalità rimane tale fino a
quando non esce dalla nostra mente.
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