
La qualità essenziale degli umani è l’intelligenza. Gli umani sono intelligenti. Sono in grado di leggere tra le righe di un pensiero, entrare in empatia e risolvere tecnicamente un problema. Ma c’è un’abilità molto più forte e critica che definisce gli esseri umani come un essere unico di un tipo specifico: la capacità di porsi domande sulla propria esistenza.
Possiamo infatti pensare di dare una direzione alle nostre vite, decidendo quindi come vorremmo utilizzarle. Il bisogno è uno stato di allerta continua perché non ci pone semplicemente di fronte alla nostra intelligenza, ma alla nostra incompletezza, alla nostra mancanza di essere.
La mancanza di tale bisogno può, ovviamente, rivelarsi un trampolino di lancio per l’avvio di nuovi progetti, se gli esseri umani decidono finalmente di accendere il loro irrefrenabile desiderio di rendersi destinatari di una linea di fondo.
È anche vero che l’uomo immaginato dagli esistenzialisti – parafrasando il filosofo Martin Heidegger – è sempre stato gettato nel mondo indipendentemente dalla sua volontà, quindi sente il bisogno di creare un progetto per il futuro.
L’uomo è il proprio futuro ma è anche una domanda sul proprio futuro.
L’uomo non solo esiste, vuole sapere perché.
Secondo la saggezza ebraica, ogni persona dovrebbe chiedersi almeno una volta al giorno: qual è il segreto della vita?
Infatti la grandezza dell’essere umano, con tutto il rispetto per gli animali, sta nel porsi delle domande.
Quanto più le domande riguardano il fondamento ultimo della sua esistenza, tanto più significativa diventa la sua vita e presenza su questa terra.
Ciò che ci addolora, però, è l’idea che questa vita, la vita di tutti, sia priva di qualsiasi significato. Se la vita diventa un susseguirsi di eventi privi di significato e scollegati, allora dovremmo pensare a Sartre.
Eppure, il nostro vivere giorno dopo giorno ci espone continuamente a un forte bisogno di infinitezza; la vita ci spinge alla vita, a un’altra vita, a una vita migliore; e in fondo a quella domanda sulla vita, qualcosa ci reindirizza verso il mistero dell’essere.
Ecco il limite!
Il limite si realizza attraverso l’esistenza di altri che ci desiderano e noi che desideriamo la vita: un volto che annuncia presenza, semplicità e amore. È il volto dell’altro, il volto del “Tu”, quello dell’assenza.
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