
La stanza era silenziosa, Adrea, immobile, indugiava con modi che non erano suoi. C'era questo suono … questo suono che sembrava un respiro. Entrava ed usciva, ansimando a ogni soffio interrotto. Era seduto da solo alla scrivania: uno strano ronzio proveniva dal soffitto, no, non solo quello.
C'era anche questo strano ronzio del suo computer. Scuro e nero, che attraverso quell’occhio blu di luce accesa, lo aspettava sulla pagina bianca davanti a lui. Fissava lo schermo davanti a sé, senza muoversi di un centimetro, quasi come se potesse dargli una risposta, ma come la sua mente, era semplicemente muto.
Teneva le dita della mano sinistra appoggiate sulla tastiera, pronte ad eseguire i suoi ordini, mentre con l’altra mano tamburellava sul tavolo, inseguendo pensieri. Le sue gambe, pulsavano come un cuore che batteva, irrequiete e pronte a scoppiare. Stava cercando di scrivere qualcosa, ma no, no... cosa stava cercando di scrivere?
Tutto quello che doveva fare era iniziare a spingere quei tasti, e poi sicuramente gli sarebbe venuto in mente l’idea.
La stanza era buia; l'unica luce proveniva dallo schermo tristemente bianco davanti a lui. Doveva inventarsi qualcosa, doveva per forza farlo. Non aveva tempo, non c'era mai tempo. Erano già le 23:30, e non si sarebbe mai fermato.
Emise un sospiro rauco, facendo lentamente ventilare qualche foglio di carta lasciato senza cura sulla scrivania. La sua fronte rugosa era fredda, con le lacrime di sudore sulla pelle.
La stanza era calda e le finestre erano chiuse nel bel mezzo di agosto.
Andrea aveva chiuso fuori le sue speranze con tutto il mondo. Ed ora, intendeva vendicarsi con le parole.
Finalmente iniziò a scrivere...
“Non ti ho cercata. Mi sei apparsa. Eri sola, disperata.
Abbiamo iniziato a parlarci e poi è successo tutto il resto.
E ora?”
Il tempo mette a nudo verità nascoste. Spoglia di parole inutili discorsi antichi e alla fine ti chiede il conto per tutte le illusioni create senza autorizzazioni.
Era amore?
No! Era vento di passione, come quello che ti riscalda prima dell’arrivo di un temporale. E il temporale poi arriva. Molte volte i tuoni e i fulmini confondono gioie e delusioni.
Ed ecco che il carro della fiducia inizia a rallentare, prima di arrestarsi definitivamente.
Promesse leggere e incaute scommesse di felicità, pendono come fiori appassiti, alla secca di una passione senza ormai destino.
La capacità d’amare si acquisisce per travaso. Fortunati sono coloro che si sono riforniti da fonti genuine.
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