Una notte Andrea sognò. Di solito i suoi sogni li ricordava soltanto al mattino, appena sveglio. Quella notte però si svegliò di colpo. Aveva vissuto forse un momento in paradiso. Lui, razionalmente, non credeva molto nell’aldilà, ma da romanticone che era, gli piaceva credere. D’altronde, se Dante l’aveva raccontato così bene nella Divina Commedia, perché doveva rinunciare a questo placebo della mente?
Quindi, Andrea si trovava in paradiso, come tradizionalmente idealizzato, fatto da tanta bellezza, purezza, gentilezza e amore. Lui portava con sé tutti i difetti dell’uomo in vita, ma in quel contesto ne sembrava così contagiato da tanto splendore da presentarsi pulito e in armonia con il luogo in cui si trovava.
Nello stupore che lo incantava, gli si avvicinò un angelo (non potevo sbagliarmi perché aveva le ali) che iniziò a parlargli (si fa per dire, perché tutto si svolse in silenzio): “Non temere, qui sei tra coloro che ti vogliono bene.”
Quella fu una inutile rassicurazione perché il piacere di quel luogo lo si leggeva negli occhi. Così, rispose: “È tutto straordinariamente bello! È questo il paradiso a cui non credevo? Perché sono qui?”
L’angelo, pieno d’amore, spiegò: “Qui è molto di più di ciò che sai del paradiso. Questo è il luogo dell’amore da dove nasce tutta l’umanità. Sei qui per tuo desiderio. Volevi una prova che l’amore fosse fonte e motore di ogni cosa ed eccoti qui per esserne consapevole.”
Ancora incantato in quella beata suggestione, Andrea ebbe modo di chiedere: “Non potevo immaginare ciò che vedo e sento ora, ma dimmi … perché l’umanità è così diversa quando è lì sulla terra?”
Andrea temeva di apparire sciocco o impudente invitando l’angelo ad una tipica discussione da terrestre. Ad ogni modo, ebbe la risposta: “Andrea, nascendo l’amore che vige qui si dimentica … va riconquistato, riguadagnato … va vissuto nei limiti umani. Questa lotta tra l’imperfezione umana e la compiutezza dell’amore rende magica la parentesi di vita sulla terra.”
“Mio caro Angelo,” – rispose Andrea – “Forse dovrei pensare che la conduzione della vita umana sia una esperienza da fare prima di giungere a qualcosa di più grande?”
“Non c’è un motivo a muovere l’amore ... è uno stato d’essere … una parte d’infinito ancora infinita. Ma non dilunghiamoci in questioni premature, lasciamo che tutto si svolga.” Rispose l’angelo.
Mentre l'ospite del paradiso pensava, una figura umana sfuocata da lontano gli faceva segno, così domandò: “Vedo qualcuno in fondo, non distinguo bene chi sia, ma sembra che mi voglia salutare.”
L’angelo sorrise e gli disse: “Sii felice! È il tuo primo nipotino che non vede l’ora di conoscerti.”
Sorpreso fino a dubitare, Andrea domandò ancora: “È vero? Allora, dimmi come sarà il mio nipotino? Che carattere avrà?”
L’angelo fu compiacente: “Sarà un bambino vivace, curioso, coraggioso … orgoglio dei suoi genitori e vanto dei nonni. Ti farà tornare bambino con i tuoi sciocchi modi di fare allegria.”
Quindi, Andrea si fece curioso e con un pizzico di esaltazione, continuò a domandare: "Mi assomiglierà?"
"Lascia fare a LUI ... sa acconterare tutti!"
Andrea si svegliò con una inspiegabile gioia, mista di ansia nel rivivere emozioni sopite dal tempo. Non raccontò mai alla figlia di questo sogno e finse di essere sorpreso quando gli fu annunciato la gravidanza.
Nessun commento:
Posta un commento
Esprimi il tuo pensiero