Se potessi fare una domanda a qualcuno senza che sappia chi sei, cosa gli chiederesti?
Indurresti complimenti gentili o critiche elusive?
Conosco molte persone che credono di essere radicate nelle loro abitudini, che qualsiasi personalità, preferenze, gusti e antipatie acquisite durante la loro giovinezza costituiranno la loro identità per il resto della loro vita. Pensano di aver imparato tutto ciò che potevano imparare o di aver provato tutto ciò che potevano provare e che il resto della loro vita sia solo per vivere in ciò con cui si sentono già a loro agio. Amano rimanere nella loro corsia. Penso che questo sia un peccato.
La conoscenza non è mai inutile.
Chiedimi qual è una tendenza recente sui social e inizierò a parlarti di ciò che scopro tra i commenti. Chiedimi qual è la capitale dell'Islanda o del Kenya e te lo dirò subito. È bello sapere un sacco di cose che potrebbero avere o meno applicazioni nel mondo reale perché ogni informazione ti integra con il mondo.
Se qualcuno mi frugasse nel cervello, non mi sorprenderei se non rimanesse deluso dal contenuto. Accanto ad un sapere tradizionale, troverebbe un sacco di conoscenze “inutili”. La mia mente apparirebbe come un libro in cui ogni pagina riporta scarabocchi a matita, idee del momento, disegni abbozzati, calcoli aritmetici, nomi di persone, numeri di telefono. Insomma, entreresti in casa disordinata dove solo il padrone sa districarsi.
Sono felice di andare avanti e indietro nella vita e di ricevere quanti più input possibile.
Definisco "input" tutto ciò che si assorbe. Ciò include le lezioni che impari, gli insegnamenti di un bel libro, una citazione stimolante di qualche filosofo, una curiosità storica, un pensiero controcorrente.
Esiste la convinzione che la conoscenza e le esperienze valgano solo se hanno una utilità pratica e magari anche fruttifera. In realtà, tutto ciò che accade nella tua vita, l'utile e l'inutile, il buono e il cattivo, le gioie e i dolori, ha una valenza. L'esperienza, in sé e per sé, è preziosa. È un input che modella continuamente il proprio essere.
Per ottenere un buon output, devi ricevere molti input. Quindi, alla domanda su dove prendo le mie idee per i miei scritti, la risposta è che prendo le mie idee da ogni dove. Non credo di avere un processo specifico per cercare idee. Mi vengono nelle giornate di sole, durante una corsa, nel mezzo di un paragrafo in lettura, nell'oscurità della mia stanza, nelle scene che osservo, in una mattina fredda, dopo una tazza di caffè, nei momenti di solitudine.
Per avere più idee, ti consiglio di non andare a cercarle, ma di lasciarti semplicemente andare. Cammina per una strada in cui non sei mai stato. Incontra nuove persone. Vai in una nuova città. Mangia qualcosa di completamente straniero. Leggi un libro che pensi di odiare. Esci con qualcuno che potrebbe insegnarti qualcosa. Invia un'e-mail a qualcuno che ammiri. Prova un nuovo hobby. Accetta domande da sconosciuti anonimi. Guarda video inutili su Youtube. Credo che in quasi tutte le attività (scrivere, leggere, guardare, viaggiare, frequentare, vivere in generale) dovresti essere aperto a provare quante più esperienze possibili, anche se presupponi che non ti piaceranno.
Alla fine di ogni esperienza, o trovi soddisfazioni o conosci veramente ciò che non ti piace. Notando, però, che le peggiori esperienze creano le storie migliori. Quindi esci dal guscio e cerca di fare tutto quello che puoi finché puoi. Sii aperto. Lascia che le cose arrivino sulla tua strada.
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