sabato 16 novembre 2024

Essere filosofi per necessità


 

Ti è mai capitato di accusare un vuoto, barcollando sull'orlo di una crisi esistenziale? Con la mente che corre, il cuore triste, sentendoti più solo di un singolo calzino nell'asciugatrice del cosmo?

A volte, questa ruota del criceto che chiamiamo vita ci lascia completamente perplessi.

In quei momenti la filosofia, quel dolce nettare di saggezza, può essere la tua zattera di salvataggio nei mari tumultuosi del malessere moderno. È tempo di imbarcarsi in un'odissea di auto-scoperta che farebbe fare a Socrate un balletto celebrativo.

"Qual è il significato di tutto ciò che ci gira intorno?"

Trovare l'anima gemella e propagare una stirpe di piccoli umani?

Scalare i vertici aziendali fino a diventare un Paperone?

Collezionare premi e medaglie come se la vita fosse uno sport olimpico?

Un giorno mentre ero seduto alla mia scrivania a sprofondare nelle mie letture, mi sono capitati gli scritti di un filosofo. Albert Camus postulava che il significato della vita nasce dal confronto con la sua intrinseca assurdità e dall'abbracciare la libertà associata. Sbalordito, come una piuma agitata al vento, volli approfondire quella linea di pensiero.

Il filosofo affermava di mettere in discussione le norme sociali e governare i valori della vita attraverso la lente filosofica.

Gli stoici, ad esempio, predicavano sull'arte di distinguere ciò che è sotto il tuo controllo da ciò che non lo è.

Non riesci a controllare il meteo? Non agitarti per la pioggia.

Non riesci a sopportare il cattivo atteggiamento del tuo collega?

Non versare lacrime torrenziali, lascialo perdere!

Ciò a cui puoi impegnarti è mantenere un imperturbabile giardino Zen interiore. Con la calma stoica, smetterai di concentrarti sui piccoli dolori della vita e concentrerai l'energia sulle poche cose che rientrano effettivamente nella tua sfera di influenza.

Oppure prendiamo spunto dall'antico testo del Buddismo. Mentre gli occidentali tendono a considerare piacere e felicità come sinonimi, i buddisti tracciano una distinzione più sottile. Ma la vera felicità, affermano, emerge dal calmare la mente e trascendere i desideri di piaceri effimeri. Ridefinendo la felicità come pace interiore, ci liberiamo dal ciclo incessante di desiderio, indotto dalla società.

Ciò non significa che devi rinunciare a tutti i piaceri terreni e indossare un saio. Dovresti assolutamente continuare a crogiolarti nelle semplici gioie della vita, come fare il bagno al sole del mattino, inalare il profumo paradisiaco della testa del tuo bambino o trangugiare un boccale di birra. La chiave è allentare la presa a pugno bianco su quelle sensazioni passeggere. È più facile abbracciare il presente quando non sei costantemente aggrappato a un futuro che potrebbe non dispiegarsi mai.

Hai bisogno di un altro motivo per cui la filosofia è la spezia segreta della tua esistenza insulsa?

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