Ho ancora negli occhi il suo sguardo d'amore.
Quella gradevole sensazione di essere atteso.
Quella gioia che discretamente si leggeva nei suoi modi, mentre aprivo la porta di casa sua.
Non usava chiudersi dentro perché sapeva che quando non suonava il campanello e la porta si apriva … era un figlio che veniva a visitarla.
Sì, sto parlando di mia madre. Il mio gigante nel cuore.
I miei quarant’anni erano troppo pochi per avere quella consapevolezza che solo il futuro può darti.
Purtroppo ero cieco, ero abbagliato delle cose "Importanti”, dai servizi “urgenti”, dal lavoro.
Oggi, costruisco con la mente quelle immagini a tirar fuori emozioni dense di rammarico per non aver goduto di un bene così prezioso.
Mi consolo pensando di ravvivare questo sentimento a tutti coloro che hanno una mamma.
Quel tipo di "avere" non è eterno … e neanche scontato!
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