venerdì 1 settembre 2023

Sono un ladro, ma ho un cuore


In una società dove le relazioni caratterizzano le personalità, sussistono barriere invisibili. Ognuno di noi “vede” il modo circoscritto intorno a sé e crede che ogni altra persona sia un satellite da compiacere alla propria esistenza. Siamo unici … ma non per noi stessi. Siamo naturalmente legati l’un l’altro e abbiamo bisogno dell’unicità dell’altro per esprimere la propria.

Ed ecco che si verificano situazioni che ci sorprendono per l’umanità nascosta. Può succedere che un ladro riveli una sensibilità umana impensabile. Fa clamore la notizia per cui un ladro ruba un’auto, si commuove per ciò che trova dentro e poi restituisce la refurtiva lasciando un biglietto di scuse.  

Idealmente ho interrogato questo ladro a cui ho dato il nome di fantasia: Ciro. Di seguito riporto le sue risposte.

LUIGI: Dimmi, Ciro, perché rubi?

CIRO: Caro Luigi, io non sono nato ladro! Pensa un po’ … che da bambino anche rubare una caramella mi scombussolava l’anima. Un giorno, mi hanno raccontato una storia dalla quale, solo a posteriori, ho capito che si trattava di un’azione cattiva … quella che si dice “furto”. Ti giuro che mi è sembrata divertente. I miei amici illuminavano il protagonista di merito e furbizia. La mia giovane età non mi consentiva di andare a fondo nella questione del bene o del male. 

Quando giunse l’età adulta, ero rimasto solo, praticamente senza genitori. Non che fossero morti, ma per ciò che ricevevo da loro, si potevano considerare, a mio vantaggio, morti. 

Ti confesso che la mia prima infanzia si era consumata tra ceffoni e parolacce e, avendo abbandonato la scuola, ero ignorante, incapace di pensare a un lavoro. Mi era stato insegnato che il mondo era pieno di “fessi” e i furbi dovevano approfittare. Così mi diventava molto più facile procurarmi per vie spicce, tutto ciò che mi serviva. Il rischio di prendere botte non mi frenava, visto che ero già abbondantemente abituato a prenderle dai miei genitori. Con il passare del tempo ho conosciuto il carcere e ciò è stato il mio battesimo professionale e la patente da furfante. Con tali credenziali e con un curriculum così fatto, l’idea di percorrere la retta via diventava un'assurdità o paradosso; a te la scelta. Oggi, avendo "preso" quell’auto, per me non è successo nulla di strano … una normale routine.  

LUIGI: Perché poi l’hai restituita?  

CIRO: Hai ragione! Questa è una cosa che un ladro non fa mai. Però, quando ho visto cosa c’era dentro, non ci crederai … ma ho sentito un tremore al cuore. In quei minuti la mia mente mi ha riportato indietro nel tempo. Durante la mia adolescenza avevo conosciuto una ragazzina molto più fine di me. Tra noi si creò qualcosa di bello. Facevamo discorsi da adulti … perfino immaginavamo come doveva essere il nostro matrimonio. Avevamo fantasticato, dimenticando la mia reale condizione di vita e della famiglia a cui appartenevo. Non durò molto questa mia storia perché improvvisamente la ragazzina sparì, forse perché si trasferì altrove. Probabilmente, questo ricordo mi ha spinto a restituire l’auto perché mi sono detto: “posso rubare tutto, ma non i sogni di coloro che si vogliono bene!”

LUIGI: Ti comprendo, Ciro. È innegabile, però, che la condotta della tua vita da adulto non è onesta.

CIRO: Luigi, non mi condannare. Non ho scelto io di essere ladro! Tu hai avuto la fortuna di nascere in una famiglia migliore della mia e saresti anche tu un ladro soltanto se ci avessero scambiati nella culla subito dopo la nascita! E poi … quando diventi ladro, lo sei per sempre. L’emarginazione è la risposta che la nostra società dà a chi sbaglia già dalla prima volta!

LUIGI: Non posso darti torto, però, la vita sicuramente ti avrà fornito qualche opportunità per tentare un nuovo corso.

CIRO: Facile a dirsi! Scambiamoci i ruoli e dimostrami che è possibile.

LUIGI: Nonostante tutte le difficoltà che incontri, io credo che avendo dimostrato di avere un cuore, hai anche la prova che puoi cambiare.

CIRO: Sì, amico mio, ne riparleremo quando entrambi saremo tra le stelle.

 

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