LUIGI: L’amicizia è un valore di cui si discute troppo ma non si coglie la reale ricaduta sulla vita pratica; si filosofeggia, si tengono sermoni e si prodigano consigli e dopo non c’è altro. La vita continua tra egoismi e necessità. Si spera nel futuro senza scadenze per rinverdire il concetto di amicizia e intanto, prende peso la famosa frase “Chi trova un amico, trova un tesoro”.
ETT: Credo che tu voglia parlarmi di
qualcosa che ha toccato la tua sensibilità.
LUIGI: Hai indovinato!
ETT: Beh, sfogati. Ti ascolterò silenziosamente.
LUIGI: Per noi umani l’amicizia è come un
miraggio. Tutti ne parlano, tutti dicono che è possibile afferrarla e contemporaneamente
nei loro discorsi ci sono dei “ma” e abbondano frasi ipotetiche. Non sarebbe meglio tacere e osservare un
cane che cammina accanto al suo padrone per capire quello che è impossibile trovare
tra gli umani?
Ho sempre desiderato avere un amico con la “A”
maiuscola. Nello stesso tempo ho pensato che questo mio desiderio debba essere
molto comune. Allora, perché i veri amici sono introvabili? La mia immaginazione mi ha fornito una
possibile risposta. E’ probabile che tutti cerchiamo la stessa
cosa con uno strumento diverso e con una tempistica dissimile.
Prova a ricostruire una scena dove milioni
di persone si muovono disordinatamente, tenendo tra le due dita della mano
sinistra un ago e tra le dita della mano destra un filo.
Ognuna di loro cerca
di infilare il proprio filo nella cruna dell’ago di un altro e contemporaneamente
cerca di tener fermo il proprio ago così da permettere all’altro di infilare il
suo filo.
ETT: Una situazione buffa.
LUIGI: Esattamente, così! Noi umani siamo
buffi. Ci creiamo aspettative che hanno poca probabilità
di concretizzarsi. Sarebbe come attendersi che un fiume smetta
di scorrere verso il mare soltanto perché vogliamo che esso si comporti come
desideriamo.
Oppure, sperare che la pietra si fermi dopo averla lanciata,
soltanto perché abbiamo cambiato idea.
ETT: Situazioni decisamente inverosimili.
LUIGI: Noi umani siamo così! Il fatto più comico discende dalle reazioni
che manifestiamo.
ETT: Cioè?
LUIGI: Delusione, recriminazione e
sofferenza! Tu potresti considerarci irrazionali.
ETT: Non ti preoccupare del mio giudizio.
Ormai
le vostre stranezze le considero parte del vostro essere e quindi rientranti
nella logica del non-senso strutturato.
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