Una bellissima bionda ragazza passeggiava con il suo fidanzato. Mostrava animosità e disprezzo per il mondo che la circondava. Probabilmente, perché era cieca e si sentiva esclusa, commiserata. La sua acredine le impediva di frequentare molti amici. Il suo fidanzato, innamorato pazzo di lei, soffriva quando si parlava dei valori dell’amicizia, tolleranza e amore. Assisteva alla sua rabbia causata dalla impossibilità di cambiare il suo stato. Spesso si confrontavano in un colloquio che mirava a favorire la serenità interiore per entrambi.
-“Carlo, perché il mondo è cattivo?”
-“Amore mio, è il tuo cuore in pena a dipingerlo brutto e scostante.”
-“Capisco che mi vuoi bene e vuoi mitigare la mia sofferenza di donna cieca. Sappi però che il mio handicap accresce la sensibilità e per questo riesco a percepire più a fondo i sentimenti di chi mi parla.”
-“Allora sai che ti amo tanto e mi dispiace che tu manifesti dolore.” Disse Carlo, stringendole la mano.
-“Sì, so bene che mi ami, perché sei un uomo buono.”
-“Mi sposeresti?” domandò Carlo, volendo provare la sua sincerità.
-“Se un giorno acquistassi la vista ti sposerei senza esitazione.”
La ragazza era nella lista d’attesa per i trapianti di retina. Finalmente, giunse il giorno in cui fu chiamata dall’ospedale. Sottoposta all’intervento, riacquistò la vista.
Quando si incontrò con il suo fidanzato lo vide bellissimo, ma sorprendentemente cieco, come era stata lei!
-“Cara, ora vedi?”
-“Sì, Carlo! Sono rinata.”
-“Sono felice più di te. Ora che vedi ci potremo sposare?” chiese il ragazzo felicissimo.
-“Sposare? Per fare cosa? Caro, uno di noi due è cieco! Non potremmo mai essere felici. Mi dispiace, ma voglio una vita diversa.”
Il ragazzo scoppiò in lacrime e disse:
-“Ti capisco, cara. Io voglio che tu sia felice. Abbi cura di te stessa e dei miei occhi!”
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