La nuova forma di protesta dei dissidenti turchi: restare immobili per ore rivolti verso il ritratto di Ataturk, fondatore della Turchia laica e democratica. Questa modalità non violenta, inaugurata ieri dal coreografo Erdem Gunduz, si sta estendendo a tutto il paese.
Protestare è un
modo di rendere evidente il proprio dissenso.
Si protesta per
indurre la controparte a considerare un'idea alternativa.
La protesta si
alimenta della considerazione di essere nel giusto e di credere nella
possibilità di essere ascoltati.
La protesta si può
condurre nei modi in cui la stoffa della maturità del singolo e della civiltà
di un popolo sottende.
Le forme più comuni
di protesta prendono due direzioni: verso l'interno o l'esterno dello spirito
umano.
La prima è tipica
dell'individuo isolato, generalmente debole o che si trovi in uno stato di
netta inferiorità rispetto al destinatario della protesta; la seconda interessa una casistica più ampia e spesso è contaminata dall'aggressività.
In quest'ultimo
caso, la presenza del gruppo potrebbe favorire la violenza.
Risulta evidente
che laddove nasce la protesta esiste una sofferenza.
Ignorare la
sofferenza, quindi, è il modo migliore per favorire la protesta.
La stragrande
maggioranza delle persone sono convinte che reagire con veemenza a presunte
ingiustizie sia sacrosanto.
Questo
suggerimento viene dall'istinto che, come di solito opera, è approssimato (se
non stupido).
A mente fredda, una
reazione spropositata crea confusione e miscela abilmente le ragioni del contraddittorio,
determinando uno stallo di giudizio.
Così, tutti hanno
la loro parte di ragione, si mantiene lo stato corrente e la protesta perde la
sua efficacia, fino ad apparire un atteggiamento indisponente o addirittura,
sovversivo.
Le proteste
decise, insistenti, propositive, fatte con piccole e ripetute modeste azioni,
sono come le faglie dei terremoti: silenziose, sorprendenti e implacabili.
Gandhi lo sapeva e
voleva comunicarlo con lo stesso sistema, fatto di silenzio e piccoli gesti,
semplici parole dalla portata psicologica enorme.
Usare la violenza
contro chi è violento, è semplice e viene spontaneo, ma farlo contro chi usa le
buone maniere, è difficile, ci vuole molta pratica e tanto impegno.
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