Onorevole Senatore, mi scuso se la
importuno o le rubo un po’ del suo tempo per leggere questa insignificante lettera.
Le chiedo di comprendermi, se pur
cosciente della sua importanza e il valore del suo tempo, mi permetto di
scriverla per conto della mia piccola figliola.
Ella ha tanto insistito, e vedendo
la mia riluttanza, ha perfino pensato alla mia cattiveria.
Infine ho deciso di sedermi con
lei e trasferire su carta il suo pensiero.
Ecco la sua dettatura:
“Caro Signore, le scrivo questa lettera
per chiederle di aiutare mio padre a trovare un lavoro.
Non capisco perché, ma si vergogna
di dirlo apertamente.
Lui mi dice sempre che non si può
chiedere questo, ma non capisco ancora perché.
Mi sembra tutto strano, prima mi
dice che siete una persona importante, che siete attenti ai bisogni della
gente, che lavorate per noi, che ci tenete al nostro futuro, e poi, si
vergogna, anzi ha paura di chiederti una cosa così semplice!
Vi giuro, Signore, che mio padre
vuole il lavoro per far contenta la mia mamma.
Vorrei farvi vedere la sua
faccia triste, quando sente ripetutamente che ci vogliono soldi per il
frigorifero che non si chiude più, per i pantaloni di mio fratello che si sono
bucati, per il mio grembiulino, che porto dall’anno scorso.
Sento dire, che i pochi soldi che
riesce a guadagnare, li spende quasi tutti per l’affitto. Io non gli ho mai
chiesto che cosa è l’affitto, ma suppongo che sia una sua malattia che si cura
mensilmente, povero papà!
Il papà della mia amica di scuola
mi ha detto che anche suo padre ti ha scritto la lettera, però ha aggiunto che
ha dovuto fare altre cose di cui non ha saputo riferirmi.
Ora suo padre lavora e tutta la
sua famiglia è felice.
Mi sento invidiosa, anche perché il
suo zaino è ricco di tante belle cose.
Signore, se non basta questa mia lettera,
dimmi che cos’altro serve, cosicché costringerò mio padre a farlo.
Sono sicuro che farà ogni cosa che
gli dirai!
Papà mi vuole molte bene e per non
farlo piangere, a volte, gli dico che non ho bisogno di nulla.
Signore, quando andrai a Roma, porta
insieme questa mia lettera, servirà a te per ricordare tutto, anche quando stai
votando una legge.
Da grande voglio diventare
senatrice, così potrò stare tutti i giorni nel parlamento e aiutare tutte
quelle famiglie, che come me ora, mi spediranno la lettera.
Per ora ci sei solo tu che puoi far
qualcosa per papà.
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