Era il giorno del suo compleanno ed era triste, aveva
pochi amici e una grande difficoltà nel comunicare.
Luca vedeva il mondo
cattivo, lontano dalla sua sensibilità.
Una sera, rientrando in casa molto
presto, si rifugiò nel letto per abbandonarsi alla lettura.
Non riuscì a leggere molte pagine poiché il sonno lo
rapì.
Sognò di un amico molto speciale.
Non usava parole, ma
le sue idee gli arrivavano molto chiaramente. Infondeva fiducia e serenità,
come se fosse una persona che conoscesse da molto tempo.
Forse era un Angelo, ma a Luca non importava questo,
gli bastava solo il piacere di stargli vicino per continuare a osservarlo.
L’angelo gli prese la mano e come se salisse su un
arcobaleno, variopinto di emozioni, lo condusse in un luogo che non riusciva a
descrivere.
Si vedevano due persone che davano l’idea di
giustificarsi dinnanzi a una figura immensamente dolce nei modi e nell’essere.
La curiosità di Luca, gli impose di chiedere al suo
Angelo, dov’era e chi erano quelle persone che parlavano.
L’Angelo, si aspettava la domanda e disse:
“Luca, quelle due persone provengono dal tuo mondo e
ora non possono più ritornavi. In questo momento, si conciliano con l’Angelo
della pace, prima di entrare in Paradiso”.
Il cuore di Luca cominciò a battere a mille e
nonostante tantissima emozione, volle assistere al loro colloquio.
Il più anziano sembrava avere una settantina d’anni e
appariva molto dispiaciuto per aver lasciato la terra. Sebbene fosse lontano,
si capiva benissimo che cosa dicesse.
“Ho condotto una vita impegnando tutto il mio tempo
per accumulare denaro. Soltanto ora mi sono accorto di aver trascurato
tantissimi altri valori.
Ero convito che col denaro avrei potuto ottenere
tutto. Infatti, ho avuto tante comodità, tante sottomissioni e pochissimi
sorrisi sinceri.
Sono stato il falso orgoglio dei miei figli, perché ora
litigano per la divisione dei miei beni. Non merito di andare in Paradiso”.
L’Angelo della pace ascoltò l’uomo con tantissima
commozione e concesse per l’ultima volta che alcune lacrime gli scendessero sul
viso.
La seconda persona che si apprestava a parlare, era
molto giovane, dimostrava di avere una trentina d’anni. Appariva molto dimesso
per cui si aspettava di essere redarguito dall’Angelo della pace.
Impacciato e con molto dolore, iniziò a raccontare:
“Non sono riuscito a fermarmi! Ero molto deluso, senza
prospettive e abbandonato da tutti. Sentivo di essere l’ultimo miserabile della
terra!”.
L’Angelo non aggiunse nulla, ma gli permise di mandare
un messaggio al mondo da cui si era staccato.
“Amici miei, nei momenti più tristi non abbattetevi per
esorcizzare il dolore, ma superatelo riflettendo sul valore della vostra vita.
Pensate per esempio a una banconota da 500 euro, forse
difficile da scambiare, ma anche improbabile da rifiutare, se vi venisse
regalata.
La stessa banconota manterrebbe il suo valore nonostante
che si presenti spiegazzata, accartocciata, sporcata con le più fantasiose
schifezze, purché si mantenesse integra”.
L’intensità emotiva prodotta dal messaggio fece in
modo che Luca si svegliasse improvvisamente nel cuore della notte.
Luca si rese conto che l’avere e l’apparire pesano
pochissimo sul piatto della bilancia che insegue l’equilibrio con il peso del
proprio valore.
Brano tratto dal "Il mondo meraviglioso dell'anima" - Edito Zedda.
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