Esiste una nostra naturale propensione, come persone, a credere che qualcosa abbia meno probabilità di accadere quando il suo arrivo è ritardato. Questo è un esempio di ciò che psicologi ed economisti chiamano "euristica".
Le euristiche sono essenzialmente strumenti mentali che gli esseri umani usano naturalmente per prendere decisioni rapide e funzionali, ma che potrebbero essere irrazionali o imprecise se analizzate in dettaglio.
L'euristica della disponibilità afferma che se si ricordano più casi di un evento attribuiti ad una persona, si tende a renderla più accreditata a quell’evento rispetto ad una altra persona di cui abbiamo memoria di pochi casi dello stesso evento. Questa euristica è il motivo per cui supponiamo che i politici siano infedeli più spesso dei professori. I politici sono sotto gli occhi del pubblico, quindi possono far ricordare più esempi di scandali e imbrogli in cui sono coinvolti rispetto ai professori che non hanno altrettanta visibilità.
L'euristica della probabilità decrescente, invece, è la tendenza naturale a credere che un evento previsto diventi meno probabile con il passare del tempo, nonostante il fatto che, se effettivamente accadrà diventi più probabile con il passare del tempo.
Ad esempio, all'inizio di questa settimana stavo aspettando che un amico venisse a riportarmi in ufficio un libro. Doveva arrivare all'una di pomeriggio. Quando sono arrivate le 1:05, mi sono chiesto se dovevo chiamarlo telefonicamente per esserne sicuro. Ma poi ho pensato che se stava davvero arrivando, con ogni minuto che passa, diventa sempre più probabile che bussi alla mia porta nel momento in cui prendo il telefono per chiamare. Eppure, non sembra così. Dopo ogni minuto che passa, appare sempre meno probabile che arrivi.
Non c'è da stupirsi che utilizziamo questa euristica spesso fuorviante nella nostra vita quotidiana. Potremmo sprecare infinite quantità di tempo e sforzi se non ci arrendessimo ogni tanto e non passassimo a un'altra tattica, ma in grandi e piccole cose, funziona anche per indebolirci. È il meccanismo con cui perdiamo la fede.
Napoleon Hill, nel suo libro "Think and Grow Rich", ha fornito un esempio di questo: ha raccontato la storia di una coppia di uomini che andarono nel West, ai tempi della corsa all'oro, e trovarono un appezzamento di terra che dava un po' di metallo prezioso, così si indebitarono per acquistare i macchinari necessari per estrarre il metallo dal terreno.
Tirarono fuori il primo carro di minerale e sembrava che fossero sulla buona strada per una fantastica ricchezza. Ma mentre continuavano i loro sforzi, scoprirono che la vena si era rapidamente prosciugata.
Alla fine, abbandonarono la caccia e vendettero i macchinari a un rigattiere per poche centinaia di dollari. Il rigattiere, quindi, chiamò un ingegnere minerario. L'ingegnere disse che i precedenti proprietari avevano fallito nella prospezione perché non conoscevano le "faglie", ma che secondo i suoi calcoli, la vena si sarebbe ripresa a soli pochi metri da dove avevano smesso di perforare! Fu esattamente lì che fu trovata e il rigattiere guadagnò milioni.
Per un esempio ancora più rischioso, possiamo usare le storie vere di quando i dottori hanno usato compressioni toraciche e altri trattamenti salvavita per rianimare una persona che è legalmente morta o sull'orlo del baratro.
Se prendiamo una di quelle storie miracolose, in cui sembra che qualcuno sia morto, ma il personale medico persiste nei suoi sforzi per 5, 10 o 15 minuti e poi, come per magia, la persona viene riportata in vita, possiamo supporre che con ogni minuto che passava, abbiano creduto che i loro sforzi fossero sempre più vani.
La loro speranza di poter salvare la persona diminuiva con il passare del tempo, quando in realtà si stavano avvicinando sempre di più a rianimarla.
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