Continuamente conduciamo una
doppia vita. Una vita esterna, guidata
dal desiderio, dalla speranza che qualcosa succeda. Ci affanniamo nel dirigerla
nella miglior direzione.
I segnali di ciò che si può fare e ciò che non si può
fare, ci umiliano, ci inibiscono.
La direzione cambia continuamente
in seguito ad urti contro ostacoli non visti in tempo. I risultati, in termini
di soddisfazioni, ci fanno accelerare, mentre le delusioni ci rattristano
provocando momenti di stallo.
Abbiamo bisogno di essere
spinti per riprendere il cammino.
Tra la momentanea illusione di aver ritrovato
la verità, il ritmo, le circostanze giuste e il successivo ricredersi, si
percorre il sentiero accidentato della vita.
Si ha il bisogno di credere
in qualcosa di certo. Si ha bisogno di un punto di partenza al quale riferire
tutte le future scelte. Si ha bisogno di qualcosa che la natura umana non può
garantire. L’assoluto!
I percorsi della vita sono
multiformi. Si ha l’impressione che qualcuno giochi con noi, come noi potremmo
fare con una formica. Avete mai provato da bambini a giocare con la formica?
Quante volte abbiamo bloccato il suo cammino! Quante volte le abbiamo fatto
cambiare direzione con pagliuzze o con le nostre piccole manine!
Siamo sommersi da problemi! Problemi a quindici anni, a
venti, a trenta, cinquanta, settanta e potremmo continuare ancora. Ci rifiutiamo di ammettere
che questa è la vita reale.
Deve esistere un’altra vita!
L’altra vita è quella
interna, guidata dalla fantasia, dalla potenza dell’anima. In questa vita non
ci poniamo limiti. Tutto ci viene facile e spontaneo. L’azione è l’unica
condizione necessaria per raggiungere qualunque obiettivo. L’azione è facile da
intraprendere. Non esiste l’inerzia perché non c’è né accelerazione, né frenata. Tutto si compie con immediatezza è bellezza.
Come scoprire un arcobaleno che si
confonde nelle distanze tra due punti dell’orizzonte.
Non ci poniamo domande
perché non ci sono dubbi. In questa vita non c’è
bisogno di ragionare. Esiste e basta!
Se guardi un fiore o un
bambino che gioca, a che ti serve ragionare. Rimani investito di piacere e
tenerezza ed entri in un campo, dove l’anima è padrona. Non ti chiede nessun
biglietto d’entrata, ma solo la tua voglia di compiacerti.
Ti chiede di non
udire, odorare, gustare, toccare, guardare … ti chiede di far vibrare le corde
della tua sensibilità, poiché attraverso esse si entra in mondo tutto da
esplorare.
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