Specchiarsi in se
stessi e rivedersi in un mondo meraviglioso, dipinto con i sentimenti e
comandato dalle emozioni, è un’attività considerata strana e per questo, da
rilegarla alla propria intimità.
In questo mondo,
ogni parola è muta ma tutto intorno vive. Vestiamo di ciò che nessuna parola
potrebbe descrivere.
Esattamente come il pianto di bambino che riempie
l’esistenza di una mamma alla quale egli tutto racconta, nell'eterna legge
della vita. Spesso ci sorprendiamo nel prendere consapevolezza di vivere in modi estranei a noi stessi, assunti
passivamente e dei quali vorremmo liberarcene.
Siamo irrazionalmente convinti
che il nostro esistere non può limitarsi al necessario e al logico; siamo
fortemente convinti che possiamo prendere di più da questa nostra vita; siamo
convinti di poter sperimentare una consapevolezza chiusa in uno scrigno
interiore mai aperto.
Diventa tutto magico, ci si vede in controluce e come
sospesi in arcobaleni di mille colori, si vola a cavallo della fantasia, dove
il pensiero dolce è il padrone. Si muovono i confini poiché regole e
convenzioni non esistono. Essi inglobano tutto ciò che la mente ha scartato e
ha etichettato come inutile, sciocco.
È sciocco o inutile
ragionare del lato buio della luna? Tutto ciò che non
si vede con la mente, è lì ad attendere pazientemente, come un dono riposto.
È
bello farsi prendere da quell’esplosione interiore che tutto avvolge.
La
riflessione è il filo di Arianna che potremmo usare per non girare a vuoto nel
labirinto della nostra esistenza.
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