Una delle abitudini o necessità (
decidete voi ) diffuse nella nostra società è quella di possedere un conto
bancario.
Qualche poveraccio avrebbe da
indispettirsi per quanto sto per dire, ma promettendo di non insistere molto su
questo argomento, mi permetterei di usare
tale riferimento per riflettere su un concetto apparentemente immaginario e al
quale ci riferiamo solitamente con le parole “cortesia”, “gentilezza”.
Sono convinto che se fossimo
sempre coscienti sul fatto che un atteggiamento aperto, gioviale, improntato sull’essere
positivi, propositivi e onesti con il prossimo, costituiremo un piccolo
paradiso terrestre personale che trascineremmo ovunque la nostra persona si
sposti.
Vi sarà certamente capitato di
avvistare da lontano un amico che definiamo simpatico, potete, quindi,
focalizzare la vostra mente sulle vostre reazioni.
Concorderete con me che il
sorriso è il primo sintomo che appare sul vostro viso.
Inconsapevoli, tendete a
direzionarvi lungo la traiettoria di congiunzione con il vostro amico e contemporaneamente, le braccia si muovono allontanandosi dal corpo, speranzose
di un imminente e possibile abbraccio.
Questo meraviglioso scenario si
compone perché il vostro amico è un conto bancario emotivo dal quale, in questo
momento, state prelevando emozioni.
Sarebbe bello immaginarci
circondati dai conti bancari emotivi sui quali, attraverso i nostri
comportamenti predisponenti, gentili, affabili e comprensivi, riusciamo a
depositare continuamente credito emotivo per poi disporre di una grande riserva
di fiducia e stima.
Nei momenti bui della vita queste banche speciali sono
sempre a disposizione, pronte a restituire ciò che nei momenti di abbondanza
avevamo depositato.
Sorridendo ripercorriamo la
pubblicità televisiva promossa da qualche banca on-line che, con obiettivo
diverso, vorrebbe ricalcare questo mio pensiero.
Ditemi quanti amici avete?
Oppure, quanti conti emotivi
avete acceso nella vostra vita?
La considerazione più
sensazionale che si potrebbe evidenziare costituisce il fatto che ciò che si
deposita non costa nulla ed è sempre in abbondanza, ma che si trasforma in un
farmaco salva vita nei momenti più inattesi della nostra vita.
Uno dei più grandiosi depositi
che si possano effettuare nella banca emotiva, è determinato dall’ascolto
empatico dell’amico.
Agire automaticamente a causa
della convinzione che sia più importante capire ancor prima di farsi capire, è
la chiave per essere eletti come la persona più simpatica del mondo.
Quando si
ascolta veramente un amico, lo facciamo con tutto il fisico: orecchie, occhi,
temperatura corporea, lato destro e lato sinistro del cervello.
Il corpo ci fa da tramite per il
cuore e l’anima, e questi ultimi, assumono il ruolo di protagonisti assoluti.
Il feedback è visibile a occhio nudo.
Esso lo rivediamo nelle emozioni che
corrono in corrente alternata a 20.000 volt.
Vestite per qualche attimo i
panni dell’amico che si sente ascoltato in questo modo faraonico.
E’ facile
immaginare il privilegio di vivere questa esperienza.
In tali circostanze si
respira aria di terapia psicologica, si entra in uno stato di intimità per il
quale la fiducia nell’interlocutore scorre a fiumi.
Si concretizza una situazione
irreale per cui non si capisce bene chi in quel momento sta ricevendo e chi sta
donando.
Le due persone mutuamente si influenzano, creando quell’alone empatico
che solleva entrambi dal mondo vegetale.
In definitiva ci si espone a una
situazione di rischio per il quale solo l’integrità della persona riferita ai
suoi sani principi di vita può garantire quell’equilibrio tra il coraggio di
esporsi e la considerazione dei sentimenti coinvolti.
Tutto questo è reso
possibile da una maturità psicologica a 360 gradi, ottenibile, né per età né
per sola cultura, ma attraverso un processo di crescita mentale voluto e inseguito
per tutta la vita.
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