La cattiveria?
Chissà
da quale angolo sperduto dell’universo sarà giunta!
La
cattiveria è una malattia dell’anima molto difficile da curare.
Essa ha bisogno
dei santi per combatterla.
Si innesca nel cuore degli uomini per debolezza
dello spirito e per la sfortuna di nascere nel momento e nel luogo sbagliato. Subire
una cattiveria è come scoprirsi sotto una doccia gelida … e non puoi farci
nulla!
Ti rendi conto di quanto si possa
rimproverare ad un essere umano e di quanta naturalezza esiste nel mondo degli
animali.
In
qualità di tecnico, ho imparato a non dimenticare che ogni soluzione a qualunque
problema conserva vantaggi e svantaggi. Ammaliati
dai vantaggi, spesso gli svantaggi ci appaiono piccoli e trascurabili ma che
nel momento giusto mettono in forse il giudizio iniziale. Se
per godere della consapevolezza bisogna convivere con la cattiveria, allora
qualcuno potrebbe rinunciarci.
Vi
confesso che mi sforzo tantissimo nel vestire i panni di colui che è preso
dalla cattiveria, ma non trovo né una spiegazione plausibile né il gusto per
esercitarla.
Tento di filosofare su possibili motivazioni, ma ho l’impressione
di vagare come uno stupido in un campo dove non esiste la razionalità. Nello
scavare sul fondo dei pensieri mi è facile perdere nella fantasia o nei ricordi
infantili. Allora, quando giocavo con le formiche o soffiavo sulle corolle dei
piccoli fiori per figurarmi il polline, forse ero cattivo?
Io
ero grande e potente mentre quei piccoli esseri correvano indifesi per trovar
rifugio. Improvvisamente
mi rendo conto che forse il cattivo è un bambino che non ha mai giocato con
i fiori, le lucertole e le farfalle.
Quel
bambino, ora adulto cattivo, non ha avuto modo di vivere la tenerezza dei sentimenti più
semplici; non ha sentito la dolcezza di una carezza o l’ebbrezza di sentirsi
amato e padrone di un mondo tutto da scoprire nel clima dell’Amore.
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