In un fresco mattino di primavera, senza
preavviso, una goccia di rugiada sembra appesantire una foglia. Manifesta una certa
timidezza. Vorrebbe scendere dolcemente
scivolando sullo stelo del fiore, ma l’incertezza del percorso e la paura
dell’ignoto la tengono ferma e avvinghiata alla foglia.
Il vento tenta di aiutarla. Le vibrazioni della sottile
pellicola lasciano trasparire la paura.
Il tempo è il miglior amico
della piccola goccia di rugiada. Il mattino che avanza incoraggia
la goccia, la sostiene e infine la ingigantisce.La sua dimensione diventa
tale da consentirle di rompere qualunque indugio e di farla scorrere felice per
quei sentieri tanto temuti.
La corsa è forsennata e
piena di emozioni. Lungo il percorso incontra
altre piccole gocce che si uniscono e lasciano una scia esilerante, un sottile raggio d'argento .
La folle corsa si ferma alla
base del terreno, da dove il piccolo fiore prende slancio e nutrimento. La goccia di rugiada
lentamente scompare assorbita dal terreno.
Il miracolo si compie!
La goccia di rugiada ha
consumato la sua vita. Se pur breve, è stata inebriante. La sua esistenza, non
richiesta, è servita per un disegno più grande.
Forse la logica del disegno non
è apparsa molto chiara, però, qualcosa di bello è sicuramente successo.
Avrà fatto risuonare il cuore di qualcuno; avrà sollevato qualche emozione; avrà reso consapevole qualcuno della meraviglia della natura.
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