Siamo
circondati da tante persone qualificate dal senso comune come conoscenti, molte
sono amici convenzionali, soltanto poche riescono a oltrepassare il confine
invisibile della formalità e prendere spazio nel nostro esistere.
Le
persone che portiamo con noi, internamente all’anima, diffondono quell’impercettibile
fragranza, tipica della dolcezza interiore.
Non ci promettono grandi cose, non
hanno ricchezze materiali che potrebbero donare, dispongono soltanto di sguardi
e sorrisi che ci fanno sorgere il sole anche a mezzanotte.
Non
vi nascondo che mi ritrovo a indugiare con questo tipo di persone; con loro tento di allungare
il tempo del colloquio usando stratagemmi quasi infantili. Il tempo che si
trascorre con loro appare adimensionale, cioè non si è consapevole di quanto ne è passato e di quanto ne resta.
Il
vero amico stabilizza l’umore nell’allegria sommessa; ti guarda con occhi
con modi diversi da quelli usati per raccogliere informazioni e giudicare; ti fa
dimenticare l’età, non si accorge del tuo naso storto o di quel bruffolo antipatico sul mento.
Il
vero amico trova l’opportunità di usare spesso la parola “anch’io”, e non per
farsi bello, ma semplicemente per dichiarare i tuoi
stessi difetti.
L’amico
vede capacità dove altri trovano problemi; egli si serve di qualche bugia bianca per non demolarizzarti, esterna
auspici esortanti.
Con
un amico non riesco a stare in silenzio, voglio che nell’armonia delle voci, la
sua bontà d’anima si misceli e generi musica incantatrice capace di inchiodare
nel mio cuore quel famoso “pensiero felice” di Peter Pan.
Un
amico emette un campo magnetico misurabile con uno speciale strumento simile al
magnetometro ... io lo chiamo amicometro.
All’interno
di questo campo le particelle di cattiveria rifuggono poiché scacciate
dall’energia colonizzatrice dell’amore.
Quando nasce un'amicizia, consulto il mio strumento ... mi aspetto valori alti di campo magnetico, diversamente non mi faccio illusioni.
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