lunedì 18 marzo 2024

Dubitare

 

È facile imbattersi con persone equilibrate, consapevoli, posate e sagge. Vi sembrerà strano, però potrete riscontrare in loro la casa del dubbio. Strano perché coloro che debbono trasmettere sicurezza e fiducia sono i rappresentanti del dubbio!

Se tu fossi equilibrato dovresti consapevolmente muoverti tra due sponde non consigliate, quindi, dovresti essere cauto per dimostrare tutta la tua saggezza. Potremmo immaginare lo stato d’animo di Adamo quando fu cacciato dal paradiso terrestre. Poveretto! Si trovò di colpo a subire una realtà di cui non aveva nessuna esperienza.

Se qualcuno di noi sperimentasse la cacciata di casa, la prima domanda che si porrebbe è la seguente: “Che faccio, ora?”

Forse penserebbe subito dove andare a dormire, cercherebbe un luogo per riflettere in solitudine, oppure, penserebbe su chi potrebbe accoglierlo. Insomma, sarebbe inondato da una marea di problemi da risolvere in breve tempo e dovrebbe dimostrare di essere il miglior saggio vivente, per non subire frustrazioni, ansie, paure e la scomparsa totale di humour.

Adamo ed Eva, con le poche foglie a disposizione per coprirsi, avrebbero pensato di cercarsi subito una caverna per proteggersi dal freddo e dai pericoli che la natura generosamente fornisce.

A posteriori sappiamo che fecero la scelta migliore, visto che le caverne sono spesso utilizzate, per gli stessi motivi, anche da animali feroci. Alla nascita dell’umanità il dubbio era già presente, nato come parto gemellare della consapevolezza. Da quel momento è partita la corsa per cercare il filo più sottile su cui fare equilibrismo.

La storia dell’uomo, cronaca delle sue scelte, ha fornito il materiale su cui imbastire il vestito della filosofia. Sono passati millenni, abbiamo bei vestiti, ci spostiamo con metri cubi di lamiere, voliamo in bombolette ad aria compressa su oceani, ma il dubbio è rimasto!

La regia universale si è inventata la riproduzione come sistema narcotizzante per le questioni mai risolte: “Chi siamo? Perché siamo nati? Con la morte, è tutto finito?”.

Menti illustri hanno dato la loro spiegazione, ma francamente convincono solo loro stessi (e forse!). I pensieri e le riflessioni sono sempre più articolate e profonde, ma l’insoddisfazione di fondo rimane. C’è una parola che tradisce qualunque teoria: “Confutare”.

Se ci fate caso, per ogni filosofo che scardina qualche idea inchiodata nella nostra convinzione, c’è sempre uno che ha qualcosa da confutargli. Anzi, dice: “Concordo con te, ma con una variante… ”.

Per esempio, Freud afferma: “Il sogno è la manifestazione di un desiderio non appagato”. Il suo discepolo, Adler, precisa: “È vero, ma a che serve sognare, se da sveglio non ricordo niente! Oppure, ricordo scene cosi stravaganti che ho paura a raccontarle per non passare da imbecille! Caro Freud, la tua teoria è accettabile, però, andrebbe rivista dopo questa mia confutazione. Infatti, il sogno deve avere un’idea curativa dello stato di insoddisfazione del sognatore, ed è quello che lo predispone ad agire per modificare il suo stato fisico predeterminato dal sogno. Non importa quale tecnica o mezzi abbia usato il sogno, l’importante è che crei gli stimoli giusti per raggiungere l’obiettivo”.

Se Freud fosse vivo, sono sicuro, che avrebbe posto una nuova confutazione a sostegno di una teoria sempre più profonda e lontana da te che stai leggendo.

Dovremmo prendere atto che il dubbio lo porteremo sempre con noi e, se volete, è quel peperoncino piccante che solo i raffinati di palato riescono a mozzicarlo per sentire il fuoco dell’esistenza.


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