lunedì 18 dicembre 2023

Accendere una storia d’amore

 

Erano giorni che la inseguivo. Cercavo il modo migliore per conoscerla.

Fortunatamente, la incontrai insieme ad una vecchia amica e quella fu l’occasione imperdibile. Mi unii alle due ragazze invitandole al bar per un aperitivo. Seduti al tavolo del bar ebbi modo per parlarle direttamente. Il suo nome era Clara. Non persi tempo nel manifestare la mia simpatia per i suoi occhi vivaci e la sorprendente eleganza dei modi.

Dopo quell’incontro, non la rividi più per qualche giorno, fino a quando la incontrai nuovamente sola mentre rientrava dal lavoro. Le chiesi di poterla accompagnare. Non acconsentì immediatamente, ma a causa della mia insistenza si lasciò andare. Approfittai per chiederle se gradiva accompagnarmi ad una cerimonia di presentazione di un libro. Avremmo avuto modo di conoscerci. A Clara piaceva leggere e non faticai molto per ricevere il suo consenso. Ci demmo appuntamento per il giorno dopo presso lo stesso bar del primo incontro. Partecipammo a quell’evento con molto interesse. Al termine della cerimonia, passeggiammo per i giardini di città. Dialogammo come se già ci conoscessimo da tempo. Quando ormai la serata era finita, la accompagnai sotto casa sua. Durante la guida le manifestai tutta la mia voglia di rivederla. Il mio desiderio di sentirmi già suo fidanzato, mi suggerì parole che forse giunsero precipitose o inopportune alla sensibilità di Clara. Difatti, appena giungemmo a casa sua, scese dall’auto lasciandomi con un flebile “ciao”.  

Quella notte l’ho chiamata di nuovo e abbiamo parlato. All’inizio era fredda, distante, ma dopo un po' sembrò più disponibile. Le chiesi il motivo per cui si fosse offesa così tanto. Non voleva parlarne, ma con il passare del tempo confessò che odiava i ragazzi e che per un po’ avrebbe evitato qualunque relazione.

Per quanto intuivo, Clara era stata ferita troppe volte da ragazzi di cui si fidava con tutto il cuore. Abbiamo parlato fino alle cinque del mattino e lei mi ha raccontato di tutto. Volevo abbracciarla, ma per quello che avevo ascoltato, anche il pensiero di manifestare quel mio sentimento, mi spaventava. Riuscii a convincerla che non tutti gli uomini sono uguali. Le proposi incontrarci di nuovo allo stesso posto e alla stessa ora.

Da allora gli incontri si sono ripetuti. Trascorrevamo molto tempo insieme e discutevamo di ogni questione. A volte la andavo a prendere al lavoro per riaccompagnarla a casa. Ben presto le settimane si trasformarono in mesi e questa volta il nostro fidanzamento sembrava proprio una favola.

Il tempo si fermava quando eravamo solo noi due. Una sera decidemmo di fermarci al solito bar, ma era troppo affollato, quindi rinunciammo a favore di una passeggiata romantica. Fu un lungo viaggio di emozioni. Camminavamo abbracciati lungo la strada. Ci fermammo per sederci su una panchina. Clara si sdraiò su di me e volse il viso al cielo; la luna era una grossa palla d’argento. Era lo spettacolo più romantico a cui potevo assistere. Forse non avevo mai notato la luna in quel modo e a quell’ora della sera. Tuttavia, fu bellissimo. Clara mi prese la mano e mentre era incantata con lo sguardo teso ad osservare ogni dettaglio del manto stellato, disse: “Amore, la luna è bellissima stasera.”

Io, ormai perso nelle emozioni, avevo poche parole. Stringendole la mano, dissi: “Clara, la luna si inchina alla tua bellezza.” Lei sorrise. 

Mi sentivo teso. Abbiamo incrociato gli occhi. Grazie a Dio la strada era deserta, le sue labbra si aprirono in un sorriso da ragazzina che ancora oggi non riesco a dimenticare. Quello fu un momento magico. Era davvero bellissimo. Mi sentivo caldo e confuso; volevo che quella serata non terminasse più.

Rimanemmo lì non so per quanto tempo. Non camminava più nessuno quando decidemmo di rientrare a casa. Mi fermai in un angolo della strada prima del portone di casa sua, l’abbracciai e non resistetti per darle il più bel bacio di sempre. Quella fu la prima volta che trovai senso al mio esistere. Mentre ci abbracciavamo, sentivo che non voleva lasciarsi andare. Il timore di rivivere le vecchie e dolorose esperienze, la frenava ancora. Non mi preoccupai, sapevo che con il tempo, l’avrei conquistata con la mia sincerità e soprattutto con il mio cuore.

 

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