Esprimere
un pensiero, è anche mostrare un riflesso dei propri convincimenti.
Parlare
di frutta, per un fruttivendolo è un fatto assolutamente normale.
Parlare
di rapina a una banda di ladri è un fatto poco sorprendente.
Parlare
di sesso ai giovani in ricerca delle prime esperienze è naturale.
Il
contesto rende “ovvio” uno stesso pensiero che altrove può far scalpore.
La
morale di questa premessa è di secondo piano.
Il concetto più importante è legato al fatto
che la natura umana si convince sulla “normalità” di un evento
(indipendentemente dal giudizio), se lo rileva ripetutamente tra i suoi simili.
Per
esempio, se da domani decidessi di camminare gambe all’aria, in un primo
momento tutti mi prenderebbero per pazzo, ma se convincessi qualcuno a
imitarmi, i pazzi sarebbero due.
Aumentando
i miei imitatori, nascerebbe prima il dubbio sulla mia reale pazzia, e poi, la voglia di
imitarmi assumerebbe il tono dello scherzo.
Continuando
ad aumentare i miei seguaci, una pacata tolleranza sostituirebbe il dubbio e
l’imitazione precedente si tradurrebbe in “moda”.
Quando
il numero dei miei seguaci diventa considerevole, io sarei elevato a santone,
precursore di idee innovative.
Questa
teoria incide ancora più profondamente se la maturità degli individui è bassa o
è in formazione (bambini).
Può
capitare che una donna si denudi fino a mostrare le sue bellezze più
intime e usarle provocatoriamente per fini non molto nobili, e allora,
il giudizio prende banco poichè la normalità è stata violentata.
Può
capitare che si manchi di rispetto tra persone solitamente bene
educate, e allora, l'evenienza vuole il conforto del giudizio. Anche in
questo caso, la normalità ha subito uno scossone.
In
sintesi, l'arrivo del giudizio è il sintomo di una normalità scossa e
l'inizio di una nuova colonizazzione dell'apparire normale.
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