Dolce
è restar fermo
mentre
mille pensieri attraversano la mente
e
gli occhi non trovano pace.
Si
muovono immagini al suono di un battito
confuso
nel tremore di un'emozione.
Incantato,
volo tra le scene della mia vita.
Sono
protagonista di un film con titoli di coda
ancora
da scrivere.
Indugio
in me stesso.
Scuoto
parole per ritrovar significati.
Rivisito
quell’otre dove ho conservato tutto.
Splende
l'anima al ritrovar l’antico fiore secco,
finito
tra le pagine del diario interrotto.
Mentre
il pensare fugge,
rivedo
quella lucertola mai catturata,
quella
farfalla che, instancabile, rincorrevo.
Rivedo
quei cinque sassi che allietavano le limpide mattine di primavera:
erano i miei
attori di un divertimento senza fine.
Delizioso,
risento quel bruciore
alle
ginocchia sbucciate.
Volevo
vedere il mondo dal basso.
No,
non ero un gigante.
Ero
un cuoricino che amava scendere
tra
i piccoli del mondo.
Cercavo
il senso di quei pochi anni.
Non
sapevo che sarei diventato un testardo romantico.
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