opera di Silla Campanini
Le convinzioni sono nuvole che oscurano il
cielo della ragione, nascondono il sole e rendono il cielo basso.
Le convinzioni consentono di inserire il
pilota automatico durante il percorso di vita.
Le convinzioni nascono e si radicano nello spirito
per esperienza.
I dati che fissano le convinzioni si
ottengono per approssimazioni successive.
La differenza tra le aspettative e i
risultati ottenuti ci suggerisce il criterio per il quale si compiono alcune
azioni e non altre.
Tutte le attività che l’uomo compie sono
suggerite da una presunzione soggettivamente reale.
L’osservazione dell’ambiente contestuale fornisce
continuamente dati al “sistema uomo” il quale è un sistema chiuso.
L’impossibilità di interagire con l’esterno
impedisce qualunque via di fuga ad una ragione abituata ad usare mezzi e metodi
congruenti con il mondo a cui appartiene.
In base a questa premessa, le convinzioni
hanno una radicalizzazione forte ma transitoria.
La forza della convinzione ci fa apparire
tanto sicuri, quanto schiavi di una “non ragione”, mentre la transitorietà
diventa la qualità da scoprire solo nel futuro.
Bisognerebbe giocare d’anticipo!
Bisognerebbe strumentalizzarla, per provare
strade alternative.
Sarebbe opportuno “ingannare” la ragione
con dati falsi ma che se fossero veri ci offrirebbero uno scenario inesplorato.
Mi sto riferendo all’idea per cui quando le
cose ci vanno male o la speranza di raddrizzarle si spegne, per via di una
ragione che utilizza dati presunti veri, allora è necessario provare a cambiare
il paradigma mentale.
Per esempio, credere nella possibilità di
parlare con una persona a migliaia di chilometri di distanza attraverso un
oggetto staccato da tutto e tenuto in mano, nel 1950 era un modello mentale
(paradigma) difficile da adottare e da sperare nella condivisione con i propri
simili.
Qualcuno, però, ha tentato una timida supposizione nel considerare “veri”
alcuni dati che a quell’epoca erano considerati “falsi” o impossibili da considerare.
L’ammonimento che dovremmo accettare è il seguente:
"Tutto ciò che pensiamo impossibile si trova in un altro paradigma, momentaneamente
non facente parte dell’attuale modello mentale che indossiamo".
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